Fornite le pagelle ministeriali sulle Regioni dopo il 4 maggio: la Sicilia risulta, come molti territori del Sud Italia, a "basso rischio"; fari puntati su Lombardia, Umbria e Molise.
Sono arrivate, seppur con qualche giorno di ritardo, le famose pagelle del Ministero concernente il comportamento e la diffusione in questa fase di post lockdown. In particolare, ciò che è stato monitorato, attraverso ben 21 indicatori, è la capacità delle singole regioni e la reazione alle riapertura, con il valore Rt sotto osservazione.
Dal fatidico 4 maggio, sono tre le regioni particolarmente sorvegliate e che si attestano con un “moderato”. Oltre all’ormai nota e martoriata Lombardia, a far parte di questa fascia rientrano anche il Molise e l’Umbria, ovvero “probabilità moderata/alta di aumento di trasmissione e un basso impatto sui servizi assistenziali“. Quest’ultime due regioni, in una sola settimana, sono passate dall’avere un rischio basso a moderato, facendo schizzare l’indice Rt maggiore di 1 (1.23 nel caso dell’Umbria).
L’incidenza settimanale, invece, che valuta quanti contagi ci sono stati rapportandoli su 100mila abitanti di una specifica regione, definisce a bassa incidente molte regioni del Sud, come la Basilicata, la Calabria, la Puglia e la Sicilia.
Il report verrà fornito settimanalmente dal Ministero che, attraverso i dati fatti pervenire dalle singole regioni, deciderà il da farsi su ciò che sarà permesso e sulle riaperture o chiusure delle stesse. Come annunciato dallo stesso premier Giuseppe Conte nella conferenza di sabato sera, il governo potrà decidere di chiudere e circoscrivere determinate zone qualora la curva dei contagi dovesse risalire a dismisura.
“Le misure di lockdown in Italia hanno effettivamente permesso un controllo dell’infezione sul territorio nazionale pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 regioni/province autonome. Permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi segnalati che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte regioni italiane. Questo richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico“, fanno sapere dal Ministero.
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