La ricerca continua a lavorare per cercare un antidoto contro il Covid-19: i risultati dei test allo Spallanzani hanno permesso di selezionare i due "candidati" più promettenti, ma la strada è ancora lunga e per una sperimentazione sull'uomo si dovrà aspettare ancora qualche mese.
La ricerca non si arresta e continuano gli studi per trovare la formula giusta del vaccino contro l’epidemia. Da tre mesi è diventata una gara contro il tempo tra ricerca e prove in laboratorio. Dopo il saggio sul virus che è stato fatto allo Spallanzani, sono stati trovati due vaccini che si candidano come possibili soluzioni per la lotta contro il Covid-19. Se ne sta occupando la Takis, azienda biotech di Castel Romano.
“È andata bene: il saggio effettuato sul virus di Covid-19 allo Spallanzani ci ha permesso di individuare i due ‘candidati vaccini’ più promettenti. Nel giro di due settimane avremo i risultati di un mega-studio in corso a Castel Romano che ci dirà quanto dura la risposta immunitaria innescata, e ci permetterà di individuare il vaccino migliore da portare in sviluppo. E, se tutto andrà bene, potremo iniziare gli studi sull’uomo dopo l’estate: vogliamo farli a Napoli, con il gruppo dell’oncologo Paolo Ascierto”, afferma Luigi Aurisicchio, fondatore e amministratore di Takis, ad Adnkronos.
Secondo gli studi della Takis, la vera difficoltà sta nell’isolare la cosiddetta proteina Spike, cioè quella parte che il virus usa per attaccare l’organismo e infettarlo. I due vaccini in fase di studio sono composti da Dna e proteina Spike e sfruttano l’elettroporazione, cioè dopo l’iniezione ne segue un piccolo e breve impulso elettrico che aumenta la carica del vaccino.
L’amministratore di Takis, Luigi Aurisicchio, ha spiegato ad Adnkronos cosa succederà se il vaccino avrà un lieto fine: “Un’azienda austriaca produrrà poi il vaccino su larga scala per avviare lo studio sull’uomo dopo l’estate. Ma la nostra speranza è quella di accedere al mega-finanziamento europeo che verrà annunciato oggi, mirato proprio allo sviluppo di un vaccino. E di riuscire a svilupparlo in Italia.“
Si ipotizza che il Coronavirus possa diventare una malattia stagionale. Secondo la tecnologia questi due primi vaccini, la cura può essere ripetuta nel tempo con l’obiettivo di immunizzare le difese del paziente. Sarà testato a fine estate, se tutto andrà a buon fine. Nel frattempo si pensa anche al vaccino degli animali domestici, in particolar modo ai gatti. La ricerca al momento non è ancora stata autorizzata, ma sperimentare un vaccino per i gatti sarà necessario per capire se possono sviluppare anticorpi dopo essersi immunizzati.
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