L’esperienza del lockdown ha modificato la nostra quotidianità. Chiusi in casa ci troviamo costretti a rivedere le abitudini, ripensandole sotto una nuova luce per adattarsi all’ambiente ostile venutosi a creare.
Molto sta cambiando nella vita di tutti i giorni, e anche la nostra dieta mediale ha subìto dei cambiamenti. Diverse ricerche stanno dimostrando come il consumo di media, già differente tra le diverse generazioni, stia affrontando delle modifiche a causa del lockdown che da marzo di quest’anno ci ha costretti a rimanere in casa. Ecco una panoramica delle differenze nel consumo mediale tra le diverse generazioni e i cambiamenti che questo sta vedendo verificarsi.
Il Next Gen Lab della creative media agency Cimiciurri dedicata alle nuove generazioni ha condotto una survey su giovani di età compresa tra i 13 e i 35. Sono state registrate risposte da più di 6500 giovani, ragazzi (47%) e ragazze (53%) ed in percentuale maggiore hanno risposto ragazzi tra i 18 e i 24 anni. Gen Z (16-23 anni) e Millennials (24-37 anni), ci sono differenze tra queste due generazioni così vicine tra loro? Secondo la ricerca i Millennials sarebbero più critici nei confronti delle misure prese dal Governo rispetto agli altri, che si ritengono più ottimisti nei confronti della situazione.
Tra video chat, aperitivi virtuali, Netflix and chill, come impegnano il proprio tempo queste generazioni? Maratone di film e serie tv sono il passatempo più gettonato (70% del campione). Seguono la musica, i videogames, lo sport e la lettura. Per quanto riguarda i consumi mediali, spopola l’instant messaging e le videochiamate (85% del campione). Sul podio anche i servizi streaming come Netflix, Amazon prime video o Disney +. Estremamente gettonati anche gli e-commerce e i podcast. Insomma, i giovani amano scegliere cosa fare, cosa guardare, cosa utilizzare quando vogliono. Il lockdown ha alimentato questa tendenza già esistente.
Inoltre, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la televisione ha riacquisito il suo status di media autorevole quando si tratta di emergenze. Il 90% del campione intervistato, infatti, si affida alla televisione invece che ai social quando si tratta di informarsi sull’emergenza. Social e stampa online conservano comunque un ruolo di rilievo.
Un’altra ricerca, con dati del report Global Web Index, prende in esame le seguenti generazioni: Gen Z (16-23), Millennials (24-37), Gen X (38-56), Baby boomers (57-64). Oltre l’80 % del campione preso in esame (prevalentemente britannico e statunitense) ha incrementato il consumo di contenuti mediali dall’inizio della pandemia. Trasversalmente tra le generazioni i media prediletti sono la tv e i video online. Secondo la ricerca la Gen Z è l’unica a preferire l’ascolto di musica a quello delle notizie, e in generale le generazioni più giovani amano intrattenersi – i Millennials ad esempio hanno scoperto una smodata passione per la cucina ed il “fatto in casa”. Anche stando a questo report, non ne usciranno sconfitti i servizi di video streaming, estremamente popolari tra Gen Zers e Millennials.
Anche l’osservatorio Giovani e Futuro di MTV ha condotto a fine marzo una ricerca promossa da ViacomCBS Networks Italia su un campione di giovani compresi tra i 16 e i 30 anni. La ricerca ha evidenziato come la quotidianità reale e virtuale sono arrivate quasi a coincidere, ma un grande ottimismo è prevalso dalle risposte date alla ricerca: infatti, il 36% degli intervistati sta riscoprendo l’importanza delle relazioni a cui prima non dava molta importanza, sebbene per un’altra fetta di giovani (23%) la convivenza forzata sia certamente una fonte di stress. Come si tengono in contatto tra loro i giovani? Prevalentemente tramite videochat (81%), poi condividendo contenuti divertenti (44%), postando sui social (23%) e partecipando ad eventi online (10%).
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