Quattro giovani studentesse sono state selezionate per partecipare al concorso Lingua madre, in collaborazione con l'Università di Torino. Sono stati apprezzati i loro elaborati scritti sui racconti delle donne straniere in Italia.
Quattro studentesse dell’Università di Catania sono state selezionate dal XV Concorso Lingua Madre promosso in collaborazione con la Regione Piemonte e il Salone Internazionale del Libro di Torino.
Si tratta di Eleonora Bufalino, Silvia Caruso, Valeria Raciti e Sonia Giada Scardaci, che, grazie all’ iniziativa della prof. ssa Beate Baumann, responsabile del polo catanese del Centro di ricerca Interuniversitario POLYPHONIE, hanno partecipato al concorso presentando dei racconti sul tema riguardante il rapporto fra identità, radici e mondo “altro” e vedranno i loro racconti pubblicati nell’ antologia “Lingua Madre Duemilaventi – Racconti di donne straniere in Italia” (Edizioni SEB27).
Eleonora Bufalino, originaria di Vizzini allieva del corso di laurea magistrale in Internazionalizzazione delle relazioni commerciali al dipartimento di Scienze politiche e sociali e già laureata in Scienze e lingue per la Comunicazione al Dipartimento di Scienze umanistiche , è stata inoltre inserita fra le finaliste per il Premio Speciale Giuria Popolare 2020.
Si può sostenere la sua candidatura al premio esprimendo – via mail all’indirizzo giuriapopolare@concorsolinguamadre.it – una preferenza per il suo racconto dal titolo “Sospese, tra sogni e realtà”, entro il 30 maggio prossimo. Tra tutti coloro che parteciperanno alla votazione, verrà estratta a sorte una persona che riceverà in premio l’ingresso gratuito al Salone Internazionale del Libro 2020 e i volumi del Concorso Lingua Madre.
“Quando ho letto dell’opportunità di partecipare a questo concorso letterario– racconta Eleonora –, ho deciso di mandare il mio contributo, perché è così che lo considero. Una parte di un mosaico più grande, in cui possono trovare ascolto le storie di tante donne, così diverse nella cultura, nella lingua, nella religione, nel loro trascorso. La scrittura è per me non solo possibilità di introspezione ma anche e soprattutto un mezzo per esprimere parole, storie, vicende che in qualche modo mi hanno colpita e cambiata; che hanno lasciato in me un bisogno di raccontarle”. “Il tema al quale mi sono approcciata stavolta– aggiunge – lo sento inoltre molto attuale. Ci tocca da vicino e non può lasciarci indifferente: ogni donna racchiude in sé un universo intero, fatto di forza e fragilità, e prova a trovare il suo posto nel mondo”.
Silvia Caruso, iscritta al Cdlm in Filologia classica, ha presentato il racconto dal titolo “Aberash, straniera nella propria terra”, Valeria Raciti, studentessa di Lettere moderne, ha scritto “Farah significa felicità”; Sonia Giada Scardaci, laureanda del Cdlm in Filologia moderna, infine, ha concorso con il racconto “Sabrine”.
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