Gli inizi di maggio potrebbero rappresentare la data ufficiale della "graduale e cauta" ripartenza. Non si tratta di un "libera tutti": a lungo resteranno chiusi bar, ristoranti, palestre, piscine dove alte sono le possibilità di assembramento.
Dopo quasi un mese dal primo Dpcm del premier Conte che rendeva ufficiale l’estensione a tutta l’Italia della zona rossa, pare cominci ad esserci un primo, timido, segnale positivo. Di giorno in giorno, la curva di decessi e contagi continua a mantenersi più bassa rispetto ai numeri da capogiro che hanno fatto tremare l’Italia intera nelle scorse settimane. Si starebbe quindi cominciando a pensare ad un reale inizio della fase 2. Attenzione, però: come ribadisce il ministro Di Maio, Fase due non è sinonimo di un semplicistico “Via, Libera tutti!”.
Infatti, evitare gli assembramenti, mantenere il metro di distanza, indossare mascherine e guanti continueranno ad essere regole ferree cui fare riferimento in quella che è ormai diventata la nuova normalità. Sarà necessario, come riporta stamattina il Corriere della Sera, procedere per tappe: già da metà aprile si potrebbe pensare ad aprire di nuovo alcuni settori dell’imprenditoria e del commercio in modo da ricominciare. L’ultimo decreto Conte ha come scadenza il 13 aprile, lunedì di pasquetta. Dunque tra venerdì e sabato è probabile che nuove misure saranno prese e rese note a tutti. Se, come si spera, la curva epidemica continuerà a scendere, è molto probabile l’avvio della fase due: il via liberà verrà dato inizialmente alle imprese di supporto alla filiera alimentare e farmaceutica, ad alcune aziende meccaniche e a qualche negozio che vende prodotti per il tempo libero e per gli uffici.
Tuttavia, per uscire di casa, tornare a passeggiare, incontrare amici e parenti la strada da percorrere è ancora lunga e richiede altre settimane, durante le quali la parola d’ordine sarà: pazientare. Forse a maggio si potrebbe pensare a qualche concessione in più da parte del Governo in materia di circolazione più libera. Libertà che verrà concessa a patto che, come si affannano a ripetere esperti virologi e comunità scientifica, la curva dei contagi continui a scendere. A lungo infatti rimarrà in vigore il divieto di assembramento: se su questo punto si tornasse in fretta alla normalità, il rischio di una ricaduta sarebbe piuttosto alto. Non sarà comunque consentito stare in gruppo per strada o nei parchi e, per quanto riguarda gli ingressi a negozi e supermercati o farmacie, le entrate continueranno per molto ad essere scaglionate. No ad eventi pubblici, feste nei locali chiusi o all’aperto e manifestazioni ancora per molto tempo. Rimarranno chiusi anche bar e ristoranti.
Per quanto riguarda parrucchieri e centri benessere, la possibilità che vengano riaperti appare ancora molto lontana, anche se non viene esclusa la possibilità che vengano aperti nel rispetto dell’adozione delle misure anti-contagio. L’ipotesi plausibile è quella di ottenere, spiega ancora il Corriere della Sera, permessi ad hoc dopo aver dimostrato di essere in regola in materia di dotazione di protezioni personali, come mascherine e guanti. Tutta in salita appare la strada per la riapertura di palestre e piscine dove diventerebbe davvero complicato gestire le persone in modo che non entrino in contatto tra loro. Per questo è assai difficile ipotizzare una loro riapertura nei prossimi mesi. Nulla è stato deciso per quanto riguarda l’estate, in quanto gli scienziati non vorrebbero ancora sbilanciarsi.
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