Non ci sono prove che il nuovo coronavirus possa essere trasmesso dal cibo. L’OMS fornisce una serie di raccomandazioni pratiche per la sicurezza alimentare.
Non ci sono prove che il nuovo coronavirus possa essere trasmesso dal cibo. Lo afferma l’Autorità Europea per la sicurezza Alimentare (Efsa), attraverso il suo direttore scientifico, Marta Hugas, che spiega: “Le esperienze fatte con precedenti focolai epidemici riconducibili ai coronavirus non evidenziano che si sia verificata trasmissione tramite il consumo di cibi e, al momento, non ci sono prove che il Covid- 19 sia diverso dai precedenti coronavirus”.
Anche la Commissione Europea ha riferito che non sono stati segnalati casi di trasmissione di Covid-19 tramite alimenti e non vi sono prove che i prodotti alimentari rappresentino un rischio per la salute dei cittadini dell’UE in relazione a Covid. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nello specificare che i coronavirus sono sensibili alla cottura e vengono inattivati a 70°C, ha comunque prodotto, in via precauzionale, una serie di raccomandazioni pratiche, di seguito riportate.
È altresì importante, come da normali prassi igienico-sanitarie, lavare sempre accuratamente gli alimenti da consumare crudi, quali frutta e verdura.
In caso di quarantena o convivenza con persone potenzialmente esposte al virus, è necessario attuare, a livello domestico, le ulteriori seguenti precauzioni:
– utilizzare, per la pulizia di tutte le superfici di contatto e, in particolar modo, in cucina, disinfettanti efficaci: anche per il coronavirus sono indicati quelli di uso comune, a base di alcool etilico (etanolo al 62-71%), acqua ossigenata
(perossido di idrogeno allo 0,5%) o candeggina (ipoclorito di sodio allo 0,1%), sempre da utilizzare nel rispetto di quanto riportato in etichetta;
– utilizzare un bagno dedicato o, ove non disponibile, sanificarlo con candeggina, dopo ogni utilizzo;
– assicurare un adeguato ricambio dell’aria di tutti i locali nei quali si soggiorna.
Per quanto riguarda le attività alimentari (quali supermercati, panifici…) torna utile ricordare, per rassicurare i consumatori, che la vigente normativa impone già l’obbligo agli Operatori del Settore alimentare (Osa) di rispettare tutte le norme relative alla sicurezza alimentare e all’autocontrollo degli alimenti, in ogni fase di lavorazione.
A tal proposito si specifica altresì che la vigente normativa impone già l’obbligo agli Operatori del Settore alimentare (Osa) di rispettare tutte le norme relative alla sicurezza alimentare compreso l’obbligo di sospendere l’attività per tutti i soggetti che presentano sintomi “simil-influenzali” (art. 14 della Legge 283/62 e art. 41 del DPR 327/80 inerenti la disciplina igienica di sostanze alimentari e bevande ). Tale normativa appare ancora più cogente alla luce delle raccomandazioni del Ministero della Salute per prevenire la diffusione della Covid-19.
A ciò si aggiunga che il Dpcm dell’11 marzo scorso prevede la possibilità di mantenere l’apertura delle attività di vendita di alimenti, solo a condizione che siano adottate le necessarie precauzioni per evitare contatti ravvicinati fra i clienti (garantendo fra i visitatori la distanza di almeno un metro) e che venga garantita una idonea areazione dei locali.
Si ricorda, inoltre, che come ha sottolineato l’OMS il rischio di venire contagiati dal Covid-19 toccando monete, banconote, carte di credito e altri oggetti “è molto basso”. Il modo migliore di proteggersi è sempre lavarsi le mani più spesso possibile o usare prodotti a base di alcool. Pertanto non esiste alcuna necessità di sterilizzare carte di credito, bancomat o denaro, né risulta essere stato incaricato alcun personale per la disinfezione sul denaro al fine di evitare il coronavirus. L’Operatore del Settore alimentare, invece, anche in questo caso deve applicare le normali procedure igieniche prevedendo il lavaggio delle mani dopo aver toccato il denaro e prima di tornare a manipolare alimenti.
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