La lotta all'epidemia da Covid-19 non la si può ancora combattere con una cura: l'unico "arma" tuttora disponibile è rimanere in casa al fine di contenere e limitare la diffusione del contagio. Proprio per questo, Antonello Soro, garante Privacy, ha dato il via libera all’utilizzo della tecnologia per il contact tracing anche in Italia.
Tra gli esperti scesi in campo, in questi giorni, per discutere delle modalità più adeguate a contenere la diffusione del virus c’è anche Antonello Soro, Garante della privacy italiano. In una recente intervista al Corriere della Sera, Soro ha parlato della possibilità di adottare strumenti efficaci di contenimento del contagio, pur sempre nel rispetto dei diritti dei cittadini. Uno di questi potrebbe essere quello di utilizzare il contact tracing: un sistema di tracciamento delle persone tramite GPS. Già la scorsa settimana, il vice presidente della Lombardia e assessore per la Ricerca Fabrizio Sala e l’assessore al Welfare Giulio Gallera hanno ammesso di aver analizzato gli spostamenti “da cella a cella” dei telefoni cellulari per capire quanti abitanti si muovevano sul territorio.
“Innanzitutto è bene premettere – specifica Soro – che si è trattato di una versione light delle soluzioni più articolate e delicate che potrebbero venire adottate nei prossimi giorni o settimane. In questo caso, la Regione Lombardia ha affermato di avere acquisito i dati anonimi e aggregati di Vodafone e Tim sul numero di telefonini che si agganciavano alle antenne[…] Per Covid-19, abbiamo preso in considerazione il 20 febbraio, giorno del primo caso, e ci siamo resi conto che dopo il lockdown gli spostamenti sono calati solo del 60 per cento. Troppo pochi”.
Soro suggerisce di intervenire con un Decreto Legge, e chiede rassicurazioni sul fatto che il tracciamento di massa persista esclusivamente per il durare dello stato di emergenza.
Il Garante spiega poi che nessuno intende superare determinati limiti, com’è accaduto nel caso del modello coreano, che ha tolto di fatto ogni diritto alla privacy dei singoli cittadini. Chiarisce quindi che il tracciamento avrà fine nel momento esatto in cui finirà l’emergenza e che servirà solamente per evitare che i soggetti a rischio contagio possano diffondere il virus, mettendo in pericolo il resto della popolazione.
Soro ci tiene a precisare infatti che questo provvedimento “non porta ad una sospensione della privacy, ma consente di adottare strumenti efficaci di contenimento del contagio, nel rispetto dei diritti dei cittadini”. Si sa ancora poco su come questa cosa possa svilupparsi, ma quasi sicuramente i dati saranno raccolti con tutte le precauzioni del caso, quasi sicuramente in forma quasi anonima. Verranno poi ricostruiti solo nel caso in cui ci siano delle persone a rischio a partire da un determinato individuo.
“Apparirebbe sproporzionata la geo-localizzazione di tutti i cittadini italiani, 24 ore su 24 – sottolinea Soro – non soltanto per la massività della misura ma anche e, forse, preliminarmente, perché non esiste un divieto assoluto di spostamento e dunque la mole di dati così acquisiti non avrebbe un’effettiva utilità. Diversa potrebbe essere, invece, la valutazione relativa alla geo-localizzazione, quale strumento di ricostruzione della catena epidemiologica. In ogni caso, è indispensabile una valutazione puntuale del progetto. Non è il tempo dell’approssimazione e della superficialità”.
Sulla possibilità che vengano coinvolte anche le piattaforme come Google o Facebook, Soro puntualizza infine: “Il coinvolgimento delle piattaforme, se necessario ai fini dell’acquisizione di dati utili a fini di prevenzione, va normato adeguatamente, circoscrivendo, per ciascun soggetto coinvolto nella filiera del trattamento, i rispettivi obblighi. Se, infatti, può essere opportuno che il patrimonio informativo di cui dispongano i big tech sia messo a disposizione per fini di utilità collettiva, dall’altro questo non deve risolversi in un’occasione di ulteriore incremento di dati da parte loro. In ogni caso, gli utenti devono essere adeguatamente informati di tale ulteriore flusso di dati, che deve essere comunque indirizzato solo ed esclusivamente all’autorità pubblica, a fini di prevenzione epidemiologica.”
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