Sebbene si espanda a macchia d'olio, del Covid-19 si sa davvero ben poco. Così, mentre si effettuano tutte le ricerche possibili, c'è chi studia anche le cause dei contagi, riscontrando diversi punti a sfavore per l'Italia.
Mentre l’Italia affronta uno dei peggiori momenti nella sua storia – dal punto di vista economico ma, soprattutto, umano – i ricercatori di tutto il mondo si affannano a studiare il Covid-19, a capire com’è nato, come si può curare, senza dimenticare la domanda più importante: perché si è sparso così velocemente?
Una di queste ricerche proviene da Oxford, e prende ad esempio l’Italia, seconda al mondo per contagi e, sfortunatamente, anche per vittime. Una equipe guidata da Jennifer Beam Dowd, epidemiologa e demografa, ha pubblicato uno studio dal titolo “Demographic science aids in understanding the spread and fatality rates of COVID-19″, ovvero “La scienza demografica aiuta a capire i livelli di contagio e mortalità del Covid-19”.
Questo studio, prendendo come esempio chiave l’Italia, spiega le possibili cause della letalità del Coronavirus in Italia. Si parte, per l’appunto, dalla demografia del secondo paese più vecchio del mondo: in Italia, il 23% della popolazione ha 65 anni, mentre solo un misero 13,2% ha 15 anni o meno. Ma ciò che stupisce realmente è la seconda motivazione: se il virus si è sparso, è colpa della famiglia.
La ricercatrice, infatti, commenta così questa affermazione: “l’Italia è un paese caratterizzato da ampi contatti intergenerazionali che sono supportati da un elevato grado di prossimità residenziale tra i figli e i loro genitori. Sebbene la vicinanza sia la più alta nei villaggi più piccoli e nelle regioni più povere, la geografia della prossimità in tutta Italia è piuttosto omogenea, con le due regioni più ricche – Lombardia e Trentino-Alto Adige – che mostrano anche alti tassi di prossimità”.
Lo studio continua spiegando che “anche quando le famiglie intergenerazionali non vivono sotto lo stesso tetto, sono frequenti i contatti quotidiani tra coppie genitore-figlio non co-residenti. Se da un lato, questa vicinanza geografica garantisce alti tassi di solidarietà intergenerazionale reciproca, una ovvia conseguenza è che gli italiani spesso preferiscono non trasferirsi per lavoro ma vivere vicino alla propria famiglia e scegliere la via del pendolarismo per andare a lavorare”.
Dunque, secondo lo studio, il perché di questa emergenza alla quale stiamo assistendo sarebbe la comune abitudine di vivere vicino ai propri genitori anziani, per lasciar loro i nipoti ed essere nei paraggi in caso di necessità. La nostra vicinanza sta permettendo, in pratica, al virus di espandersi ancora e ancora.
Si tratta, naturalmente, solo di uno studio; la verità si avrà quando, finalmente, l’epidemia avrà fine. Allora, altri studi e altre ricerche potranno essere fatti, per avere finalmente una risposta a tanto dolore e tanta paura. Fino ad allora, bisognerà tenere conto di ogni documentazione pubblicata possibile.
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