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Coronavirus: “Si valuta divieto anche per attività all’aperto”

Le limitazioni poste dal Governo per contenere il contagio da Covid-19 vengono prese alla leggera dai cittadini, che escono di casa con ogni pretesto. Perciò, sono in arrivo nuove limitazioni, di seguito quelle già in atto

L’appello del Governo statale che invita i cittadini a stare a casa il più possibile, non è stato preso sul serio da tutti. Infatti, ancora il 43% della popolazione esce di casa con le scuse più strane, non riuscendo a sopportare la quarantena in casa, anche se questa è strettamente necessaria. Per questo motivo, sono in vista nuove restrizioni, come ha annunciato il Ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spatafora.

Egli ha espresso la necessità di “prendere in considerazione la possibilità di un divieto completo anche all’attività all’ aperto. Quando abbiamo lasciato questa opportunità – dichiara il Ministro – lo abbiamo fatto perché la comunità medico scientifica ci diceva di dare la possibilità a molte persone di correre anche per altre patologie sanitarie. Ma l’appello generale era quello di restare a casa: se non viene ascoltato saremo costretti a porre un divieto assoluto”.

 

Nuova autocertificazione

Tuttavia, alcune novità sono state già introdotte, come si nota dalla nuova autocertificazione, scaricabile dal sito del governo, che precisa che il soggetto è autorizzato ad uscire di casa in quanto non è risultato positivo al test e, perciò, non si trova in obbligo di quarantena.  Chi esce regolarmente di casa, ad esempio per andare al lavoro, deve portare il modulo sempre con sé, ricopiandolo a mano se non si ha la possibilità di stampare un nuovo documento. Ad ogni modo, anche se non si riuscisse a trascriverlo, in caso di fermo da parte delle forze dell’ordine, le dichiarazioni rilasciate a voce saranno sottoposte poi a controlli.

Quando si esce di casa, per estrema necessità o per motivi di lavoro, si deve sempre indossare la mascherina e mantenere la distanza di sicurezza di un metro. Lo spostamento può avvenire a piedi, in motorino, in bici, o in macchina, in cui possono viaggiare al massimo due persone.

 

Si può portare a spasso il cane?

Inoltre, per quanto riguarda le passeggiate, di cui tanto si è approfittato negli scorsi giorni, queste possono essere svolte solo nei dintorni della propria abitazione, specie se si deve portare il cane a spasso. Le zone verdi e i parchi sono state chiuse da molte città, proprio per evitare situazioni di aggregazione. Queste devono essere limitate anche nelle uscite di necessità, per andare a fare la spesa o in farmacia, o quantomeno regolate dalle norme di sicurezza quali la giusta distanza di un metro e la disposizione in fila.

Gli anziani, ossia i soggetti maggiormente a rischio di contagio, devono essere i soggetti più salvaguardati. È possibile, infatti, recarsi da loro per portare spesa e medicine, sempre indossando guanti e mascherina e mantenendo la distanza di sicurezza, evitando ogni contatto non necessario.

Uno dei motivi per cui si può uscire sono le “comprovate esigenze lavorative”, che devono prevedere sempre l’attuazione delle giuste misure di prevenzione, così come le uscite certificate per motivi di salute quali visite specialistiche o analisi cliniche. In questo caso, si deve specificare nell’autocertificazione il nome del medico e il luogo in cui si deve effettuare la visita.

 

Si può andare da Comune a Comune?

Sono assolutamente vietati gli spostamenti al di fuori del proprio comune o nelle seconde case, tranne che per motivi di necessità dichiarati,  come guasti (perdite di gas o di acqua) che possono mettere a rischio la convivenza dei soggetti nella casa.

Da tutte queste condizioni sono esclusi i soggetti risultati positivi al tampone del Coronavirus o coloro che, avendo dichiarato di essere appena rientrati da una zona particolarmente a rischio, hanno l’obbligo della quarantena. Anche chi si trovava all’estero o nella seconda casa al momento dell’emanazione del decreto, deve rimanere in quarantena.

Sono previste sanzioni per chi viola queste prescrizioni, che partono dalla denuncia e dall’arresto fino a tre mesi, fino a 206 euro, secondo l’ articolo 650 del codice penale. La denuncia per procurata epidemia, prevista per chi viola la quarantena, prevede il carcere fino a 12 anni e altri reati che puniscono i comportamenti contro la salute pubblica.

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