In occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna del 2020, LiveUnict ha intervistato Marinella Fiume, insegnante, politica e scrittrice, netina di nascita e fiumefreddese d'adozione.
In una società dove, purtroppo, le disuguaglianze e le discriminazioni di genere ancora prevalgono, non sempre le donne riescono a ritagliarsi il proprio ruolo, senza riuscire a lasciare il proprio segno nella collettività. In vista della festa della donna del 2020, LiveUnict porta all’attenzione dei suoi lettori la storia di Marinella Fiume, una grande donna che da un piccolo centro del Catanese – a volte da sola, a volte contro tutti – si è affermata come personaggio colto, capace e indipendente.
Alla base di quella che sarà la sua grande esperienza ci sono studio e ottimi insegnanti, faro e guida per i giovani di tutte le generazioni. “Sono stata molto fortunata a frequentare il Liceo ‘Michele Amari’ di Giarre in anni in cui c’erano docenti ‘di razza’. Ho avuto tra gli altri docenti Don Giuseppe Cristaldi che, proprio mentre frequentavo l’ultimo anno di Liceo, fu chiamato ad insegnare Filosofia teoretica presso l’Università cattolica del Sacro cuore di Milano: fu lui che mi fece amare, oltre alla filosofia, la lingua tedesca che cominciai a studiare perfezionando lo studio a Monaco di Baviera dopo aver dato Tedesco al primo anno dell’Università. Ho avuto anche per tutti i tre anni di Liceo il prof. Nicolò Mineo, dantista rinomato, che trovai al primo anno dell’Università assistente del prof. Carlo Muscetta, docente di Letteratura Italiana. E poi non sarò mai abbastanza grata al mio prof. di Latino e Greco che in uno scritto commemorativo per la sua morte, io definii come «quel greco amaro che mi insegnò il metodo», alla maniera di Margherita Yourcenar nel suo ‘Memorie di Adriano’”.
Ad ogni modo, non si tratta di un periodo facile da dimenticare, e non solo per i lunghi e faticosi manuali da studiare e ripetere. “Erano gli anni della contestazione studentesca – ricorda la prof.ssa Fiume – e io alternavo lo studio dei classici latini e greci alla lettura di Marx, Che Guevara, Mao Tze Tung. Le lezioni universitarie però non mi davano molto, sicché decisi di studiare da sola: il metodo lo avevo già appreso al Liceo. E intanto partecipavo alle assemblee studentesche senza però trascurare mai lo studio”.
Per la prof.ssa Fiume l’impegno politico, germogliato grazie alle proteste del ’68, fu portato avanti tra il 1993 e il 2002, quando venne eletta per ben due volte sindaca di Fiumefreddo di Sicilia, comune della provincia di Catania. Non si trattò di un’esperienza semplice, ma di un lavoro estenuante condotto con orgoglio e timore. “Portare le donne dentro le ‘camere dei bottoni’ fu una ‘rivoluzione gentile’ specialmente per la Sicilia, dove le donne erano state lungamente lontane dalla gestione della ‘res publica’. Ma i tempi erano maturi e le donne si erano impegnate nelle battaglie per il Referendum sul divorzio e sull’aborto, per l’apertura dei Consultori e degli asili nido. All’indomani della legge sull’elezione diretta dei Sindaci, dopo le stragi mafiose e ‘Mani Pulite’ gli uomini sembravano proprio impresentabili, specie in Sicilia; questo spiega come mai la Sicilia espresse più sindachesse donna del resto d’Italia“.
L’oscura mano della criminalità organizzata fu il nemico più potente contro il quale l’allora sindaco Marinella Fiume dovette lottare. “Ricevetti minacce e intimidazioni, tra l’altro un giorno fu trovata nel balcone del mio ufficio una Barbie coi capelli rossi, un sasso in bocca, un proiettile in fronte, impiccata a una corda e grondante di vernice rosso sangue. Rifiutai la scorta e fui dichiarata ‘obiettivo sensibile’. Ci furono incendi dolosi di scuole e di macchine dei vigili urbani.
Dava fastidio anche il mio rispetto per l’ambiente, sia in termini di lotta all’abusivismo che di preservazione della natura: fiume, mare, spiaggia, boschi. Fummo tra i primi Comuni d’Italia ad attivare la raccolta differenziata. Non avevo paura, lo avevo messo in conto e mi sentivo molto assistita dalle Forze dell’Ordine. Non facevo altro che il mio dovere di prima cittadina e pretendevo da tutti nient’altro che il rispetto della Legge. D’altra parte mi sentivo molto amata dalle donne, dai giovani, dagli anziani, dalle fasce più deboli alle quali principalmente rivolgevo la mia attenzione“. Lontana dalla politica attiva per 15 anni, dal giugno del 2017 ricopre la carica di consigliere comunale di Fiumefreddo.
Oltre all’attività scolastica e politica, la prof.ssa Fiume è conosciuta anche per la pubblicazione di diversi libri, molti dei quali riguardano la Sicilia, con particolare attenzione al territorio ionico-etneo. Nei racconti di questo lembo di terra dell’isola, il genere femminile ha avuto un grande ruolo: “Solo che le donne sono ‘invisibili’ nei libri di storia, perché la storia l’hanno scritta gli uomini, eppure la Sicilia ha avuto personaggi femminili di spessore in ogni ambito del sapere da sempre. Sottrarre all’oblio della memoria le donne, le siciliane, è stato un lavoro molto difficile e complesso anche perché le fonti tradizionali non aiutano nel lavoro della ricerca e della ricostruzione. Ma alla fine le abbiamo trovate perché c’erano: banchiere, poetesse, pittrici, musiciste, botaniche, astronome, archeologhe, rivoluzionarie, madri costituenti… tra i secoli XII e XX. Un campione che attende ancora di essere continuato”.
In conclusione, non potevamo non chiedere alla professoressa di rivolgere un messaggio alle giovani donne. “Il consiglio più utile è quello di ricordarsi sempre che valgono, di rafforzare la loro autostima, di non dimenticare che hanno una meravigliosa e lunga tradizione dietro di loro, di essere orgogliose della loro genealogia in quanto donne. Solo così le ragazze – conclude la prof.ssa Fiume – non accetteranno mai relazioni sentimentali con uomini che non le rispettano e fuggiranno alla prima occhiata storta!”.
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