Aumenta il numero dei contagiati da Coronavirus in Italia e aumentano anche i casi di discriminazione degli italiani all’estero. L’ultimo, in ordine di tempo, riguarda la video-denuncia pubblicata da diverse testate nazionali in queste ore, in cui un tassista Uber rifiuta di far salire quattro ragazzi italiani a bordo del proprio mezzo per paura di essere contagiato dal virus. I ragazzi, in realtà, avevano lasciato l’Italia a settembre, ma nonostante questo l’autista ha lasciato a piedi i quattro ventenni che l’avevano aspettato fuori dallo Zoo di Londra.
I ragazzi hanno accusato il tassista di essere razzista e di aver adottato un comportamento ingiustificabile, ma questi ha risposto che avrebbero potuto lamentarsi direttamente con Uber. Uno di loro, Dylan Bastonini, ha raccontato in un’intervista che l’autista si è fermato e ha chiesto la loro nazionalità. “Dopo che gli abbiamo detto che siamo tutti italiani, ha detto ‘no coronavirus!‘ Siamo tutti scioccati e arrabbiati, ovviamente “. I ragazzi lo hanno accusato di essere razzista, ma il conducente ha risposto che potevano “lamentarsi con Uber”. “Non andiamo in Italia da mesi – raccontano – siamo rimasti al freddo e sotto la pioggia. È assurdo, ormai è un problema mentale”.
Il caso dei ragazzi italiani a Londra non è isolato e la situazione all’estero sembra essere sempre più complicata per chi si trova all’estero e viene dal Belpaese. Il coronavirus fa paura a tutti, malgrado si tratti di una vera e propria psicosi quella che spinge alcuni, come il tassista di riferimento, ad adottare certi comportamenti discriminatori. “Io vivo in Repubblica Ceca e se mi sentono parlare italiano con amici e/o colleghi mi guardano male o si allontanano”, scrive un lettore di LiveUnict.
Anche in alcune scuole di lingue in Regno Unito, segnalano alla nostra redazione, da qualche settimana non accettano più prenotazioni da corsisti italiani e cinesi e hanno anche cancellato le prenotazioni effettuate.