I dati emersi dalle statistiche del Digital Civilty Index, la ricerca di Microsoft che annualmente analizza le attitudini e le percezioni degli utenti sull’educazione civica digitale, hanno rivelato che l’Italia, in quanto a sicurezza online, si trova al 10° posto in classifica, su 25 paesi. Il rispetto dei valori civici nel web è un tema di fondamentale importanza, perché condiziona molto l’utenza nella vita reale, basti pensare al cyberbullismo che, nonostante sia in calo rispetto agli anni precedenti, continua ad essere un problema notevole per il 22% degli intervistati.
In genere, si parte dagli insulti sull’aspetto fisico (28%) l’orientamento sessuale (21%) e quello politico (21%). Tuttavia, il dato più preoccupante è che ben il 33% delle vittime di cyberbullismo ha incontrato fisicamente il bullo, con relative molestie, danni alla propria reputazione, aggressioni e maltrattamenti. “Combattere l’odio online ed educare al rispetto dell’altro – dichiara Barbara Cominelli, Direttore Marketing & Operations Microsoft Italia –deve essere una priorità di tutti. Siamo costantemente impegnati per promuovere nel nostro Paese un uso attento delle nuove tecnologie e di Internet e per sostenere il valore dell’Inclusione, affinché gli Italiani di tutte le età imparino ad usare il digitale con grande consapevolezza, cogliendone le opportunità, in totale sicurezza”.
Tuttavia, fortunatamente è emerso che il 51% degli adolescenti si rivolge ai propri genitori per chiedere aiuto in situazioni di bullismo digitale, con un incremento del +7% rispetto allo scorso anno, a dimostrazione dell’efficacia delle campagne di sensibilizzazione sull’argomento. “È preoccupante constatare – dichiara la dirigente italiana di Microsoft – come in generale la situazione si sia aggravata sia in Italia sia a livello globale e come la diversità sia al giorno d’oggi ancora fonte di discriminazione e causa di comportamenti scorretti sul web. Tuttavia, ci rincuora riscontrare soprattutto tra i più giovani una maggiore consapevolezza di questo tipo di problematiche e vedere crescere la loro propensione a rivolgersi a persone esperte per chiedere loro aiuto”.
In ogni caso, la situazione italiana si pone a metà classifica a livello globale, ma ci sono ancora molte cose da migliorare per rendere il web un posto più sicuro. Secondo un prospetto decennale, dalle interviste effettuale nel calcolo del Digital Civilty Index è emerso che il 50% dei soggetti intervistati vorrebbe l’introduzione di più policy da parte delle aziende tech e dei social media e, in generale, l’introduzione di procedure per il miglioramento della privacy. Inoltre, il 34% opta per una diminuzione delle molestie di genere, il 33% si augura un dialogo politico online più libero e costruttivo.
Ad ogni modo, ogni utente può contribuire a migliorare il web tramite dei pratici consigli civici:
- agire con empatia e gentilezza in ogni interazione e trattare tutti, sia online che offline, con dignità e rispetto;
- rispettare le differenze di ogni tipo, dando valore alle diverse prospettive;
- evitare accuse e attacchi personali in caso di disaccordi o fraintendimenti;
- pensare prima di rispondere e valutare se la risposta che si sta per dare possa danneggiare in ogni modo la persona che sta dall’altra parte dello schermo;
- difendere se stessi e gli altri, aiutando chi è vittima di abusi online o atti di crudeltà attraverso la segnalazione di comportamenti inappropriati o poco sicuri.