Come annunciato nei giorni scorsi, dalla mezzanotte di oggi è iniziato il blocco dei porti siciliani da parte degli autotrasportatori, che protestano contro l'aumento dei prezzi dei biglietti.
Dal cielo al mare non ha pace il trasporto della Sicilia, segnato dall’aumento dei prezzi. Dalle sette di stamattina gli autotrasportatori siciliani hanno iniziato uno sciopero, promosso dal leader dei Forconi Mariano Ferro, noto alle cronache per gli scioperi del gennaio del 2012 e la candidatura alle elezioni regionali dello stesso anno. La protesta, nei porti di Catania, Termini Imerese e Palermo, riguarda soltanto le merci e non i passeggeri.
Al porto di Catania il presidente dell’Associazione italiana autotrasportatori, Pippo Richichi, blocca fisicamente i tir impedendone l’accesso a causa dello sciopero. L’aumento dei prezzi è dovuto alla direttiva europea Imo 2020, che ha vincolato gli armatori ad usare, per motivi ambientali, un carburante con l’85% in meno di ossidi di zolfo.
Lo sciopero, secondo le parole di Richichi, andrà avanti fino a quando non verranno accolte le richieste dei trasportatori. Il blocco è partito nonostante la convocazione, da parte della ministra dei Trasporti Paola De Micheli, di una riunione con le associazioni di autotrasportatori e armatori. Ad ogni modo, a colloquio con la ministra De Micheli non ci sarà nessun rappresentante siciliano. A Piazzale di Porta Pia, infatti, si sono riunite soltanto le associazioni iscritte all’albo. Di queste, l’unica che ha aderito allo sciopero non è siciliana.
La protesta degli autotrasportatori non è nata soltanto in risposta al caro volti, ma anche per le difficili condizione della A19 Palermo-Catania, chiusa ai tir dal 20 dicembre.
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