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Fondi europei per la Sicilia, in due anni spesi due miliardi di euro

La Regione apre il nuovo anno con notizie rassicuranti sull'utilizzo dei fondi europei. Esprime soddisfazione il governatore Nello Musumeci, che afferma con orgoglio di non aver restituito denaro all'UE.

Un miliardo e novecento milioni di euro spesi e certificati in due anni. Si chiude così la gestione, nei primi ventiquattro mesi del governo Musumeci, dei Fondi europei assegnati alla Sicilia per il periodo 2014/2020. E l’ultimo traguardo, fissato da Bruxelles al 31 dicembre, è stato raggiunto e superato di oltre 130 milioni di euro. Un risultato al quale hanno contribuito, in uno spirito di squadra, tutti dipartimenti regionali coinvolti nella gestione della spesa comunitaria. Un ulteriore e significativo passo avanti nell’attuazione dei Programmi, viste le bassissime percentuali di alcuni di essi all’inizio della legislatura.

In particolare, nel Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale – con il quale vengono finanziate infrastrutture e concessi aiuti alle imprese – alla fine del 2017, infatti, erano certificati appena 6,3 milioni di euro. In soli due anni, invece, si è già arrivati a oltre un miliardo e duecento milioni di euro. E il 31 dicembre si è chiuso con un dato positivo di quasi 80 milioni di euro. L’obiettivo imposto da Bruxelles per il 2019, quale incremento della spesa rispetto all’anno precedente, infatti, era di 402 milioni di euro, mentre il risultato raggiunto e certificato dal sistema di monitoraggio supera i 481 milioni di euro. Millecinquecento le aziende finanziate, oltre alla banda ultralarga, all’ efficientamento energetico di edifici pubblici e alla proroga del Fondo di garanzia per le imprese. Ma anche infrastrutture ferroviarie e portuali (progetto Stesicoro-Aeroporto, strada Agrigento-Caltanissetta, porto Sant’Agata di Militello, acquisto nuovi treni, miglioramento della linea ferroviaria Palermo-Trapani via Castelvetrano, etc) e interventi per la tutela del territorio.

Per quanto concerne il Fondo sociale europeo (Fse) – che si occupa di istruzione e formazione professionale – il target da raggiungere era di 188,7 milioni di euro. Lo si è superato di oltre due milioni e mezzo di euro, facendo arrivare così la spesa complessiva, dall’avvio del Programma, a 191,3 milioni di euro (di cui oltre 166 milioni realizzata nel biennio 2018-2019). Fra questi anche quaranta milioni di euro destinati all’edilizia scolastica. Fra gli ultimi interventi finanziati: l’attivazione dei tirocini formativi per i giovani laureati negli uffici della Regione; i corsi di istruzione e formazione professionale per soggetti in obbligo scolastico; i master – in Italia e all’estero – corsi di lingua e per ottenere patenti, licenze e brevetti.

Buone notizie anche dal Programma di sviluppo rurale – destinato alle aziende agricole – con un superamento del target di spesa di cinquanta milioni di euro, rispetto al traguardo di 821 milioni di euro imposto da Bruxelles. La spesa complessiva raggiunta è infatti di 871 milioni di euro (515 negli ultimi due anni), con un’accelerazione avvenuta tra maggio e dicembre scorsi con oltre 240 milioni di euro certificati. Nel corso del 2019, grazie al Psr si sono insediati quasi mille nuovi giovani agricoltori e sono state finanziate 65 imprese con la misura degli “investimenti aziendali” e 80 con quella degli “investimenti agroalimentari”. Centocinquanta i milioni di euro destinati a tutte le “misure agroambientali” e dodici alla viabilità rurale.

Anche nel Feamp, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, ampiamente raggiunto il target – fissato a livello centrale, trattandosi di un Programma nazionale – con 9,4 milioni di euro certificati. Risorse che sono servite, principalmente, per la promozione dell’innovazione del capitale umano, la diversificazione del reddito, il miglioramento delle condizioni di sicurezza a bordo, oltre alla riduzione dell’emissione di sostanze inquinanti con la sostituzione o l’ammodernamento dei motori. E ancora, il potenziamento delle infrastrutture dei porti di pesca, l’innovazione nel settore dell’acquacoltura, l’attivazione e la gestione dello strumento di sviluppo locale per la commercializzazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura e il supporto al settore della trasformazione.

“È la conferma – evidenzia il presidente della Regione Nello Musumeci – che con il mio governo la Sicilia sta iniziando a cambiare passo. Una strada ancora lunga e difficoltosa, nei siamo consapevoli, ma questi risultati ci fanno guardare con ottimismo al futuro e soprattutto con minore rassegnazione. Non avere restituito, per il secondo anno consecutivo, neanche un solo euro a Bruxelles è certamente motivo di soddisfazione e orgoglio. La prossima sfida è quella di poter ‘disegnare’ una nuova programmazione, che partirà dal 2021, più adeguata alle esigenze del nostro territorio e che renda la sua attuazione più snella. Un ringraziamento, infine, a tutti gli assessori e un plauso anche ai dirigenti generali coinvolti, ai loro collaboratori e all’assistenza tecnica, che hanno lavorato in uno spirito di squadra, senza risparmiarsi mai, con impegno e passione, facendo prevalere l’orgoglio dell’appartenenza a un’amministrazione regionale che vuole rimettersi in carreggiata per poter iniziare a concorrere con le altre Regioni italiane”.

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