L'esplosione si è verificata in un deposito di fuochi d'artificio e polveri piriche a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina.
L’incidente è avvenuto in località Cavalieri. Sul posto sono arrivate diverse squadre dei vigili del fuoco. Il tragico bilancio è di cinque morti. Tra le vittime c’è Venera Mazzeo, 71 anni, la moglie del titolare. Uno dei feriti è stato individuato dai vigili del fuoco sotto le macerie ed estratto vivo. L’uomo è stato poi trasferito in ospedale.
Nella zona si è sentito un boato e subito dopo uno più forte che si sono uditi fino a Milazzo e che hanno causato panico.
I feriti sono stati trasportati per un primo intervento all’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), con mezzi di fortuna. Nella zona dell’esplosione ci sono scene di dolore e di panico: sono accorsi parenti e amici della famiglia Costa. Le persone sono tenute a distanza dal luogo dell’esplosione dove ci sono ancora fiamme che i vigili del fuoco stanno spegnendo.
La famiglia Costa produce fuochi d’artificio di prima, seconda e terza categoria e organizza anche spettacoli pirotecnici per privati o enti pubblici. La fabbrica ha un punto vendita in via Salita 1 del Carmine a Barcellona Pdg.
Nella fabbrica erano al lavoro anche quattro operai di una ditta esterna e al momento non è ancora chiaro se tra le vittime accertate ci siano anche alcuni di loro o se siano ancora tra i dispersi. La produzione dei fuochi avveniva in un vecchio casolare in contrada Cavalieri-Femmina morta. La famiglia Costa ha una pagina Facebook in cui pubblicizza i propri prodotti e gli eventi con i giochi di fuoco realizzati. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, sono presenti polizia, carabinieri e numerose ambulanze.
Nell’ospedale di Milazzo (Me) sono stati ricoverati con ustioni e in gravi condizioni, Bartolomeo Costa, 37 anni, figlio del proprietario della fabbrica di fuochi d’artificio e Antonio Bagnato, anche lui lavora nella ditta. Secondo alcune notizie apprese nella zona dell’incidente gli operai che si trovavano nella fabbrica dovevano montare alcune porte in ferro e lavoravano per conto di una ditta di Milazzo.
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