Il caso Scirè, emblematico del fenomeno dei concorsi truccati nelle università, viene riportato alla ribalta dal programma "Fuori dal Coro": intervistati il rettore Priolo e il ministro Fioramonti.
Si torna a parlare ancora una volta di concorsi truccati all’Università ed il caso emblema di questo sistema di corruzione favoritismi e raccomandazioni è proprio quello di Giambattista Scirè. Nonostante la vincita di tre ricorsi, Scirè che avrebbe dovuto essere docente di Storia contemporanea all’Università di Catania, non ha mai ricoperto il ruolo che gli spettava.
La vicenda è stata portata nuovamente alla ribalta nel programma televisivo “Fuori dal Coro” condotto dal giornalista Mario Giordano sulle reti Mediaset. Nel corso della puntata largo spazio infatti è stato dedicato a Giambattista Scirè, ospite in studio, oggi punto di riferimento per tutti coloro che vivono un’esperienza simile alla sua.
Infatti, il ricercatore che nel lontano 2011 aveva partecipato al concorso per diventare docente, è in seguito divenuto portavoce dell’associazione Trasparenza e Merito – L’Università che vogliamo, che denuncia i casi di irregolarità nelle varie università italiane, fornendo aiuto a docenti e ricercatori ai quali viene negato l’accesso alla carriera accademica. Scirè è ormai un esperto di concorsi truccati tanto che come detto durante la trasmissione tra gli oltre 300 casi a lui sottoposti egli è riuscito a prevederne preventivamente l’esito del 65%. Questo a riprova del fatto che il “sistema dei concorsi” è sempre lo stesso.
“Sono cambiati 4 ministri e 3 rettori all’Università ma nulla è cambiato” afferma Scirè, ritornando sulla propria vicenda personale. Dopo oltre 7 anni trovare una soluzione al caso Scirè e assegnare al ricercatore la carica che meritava sembra quasi un miraggio. Tuttavia, gli inviati del programma “Fuori dal Coro” hanno intervistato il neo rettore Priolo e il neo ministro dell’Istruzione Fioramonti spingendo ancora una volta per una soluzione del caso Scirè. Sia Priolo che Fioramonti hanno dichiarato di essere pronti a risolvere il caso del ricercatore.
“Avevamo stabilito un incontro con il precedente rettore per risolvere la questione – dichiara Fioramonti – ma poi è intervenuta l’inchiesta della magistratura e il rettore si è dimesso. Appena si è insediato un nuovo rettore ho subito cercato di incontrarlo. Adesso siamo in dialogo costante per cercare di capire quali possibilità ci sono affinchè al dottor Scirè vengano riconosciuti quei due anni di insegnamento che purtroppo non ha potuto svolgere”.
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