Comincia un altro anno per la scuola italiana: cosa cambierà per insegnanti e docenti?
Ricomincia la scuola: per ora, solo per i docenti e il personale che deve prendere servizio, ma presto per tutti gli studenti d’Italia. Partendo da Bolzano, con l’apertura record tra due giorni, le scuole ripartiranno tutte tra il 9 e il 16 settembre, eccetto la Puglia, per la quale la prima campanella si sentirà il prossimo 18 settembre. Da queste date fino alla seconda settimana di giugno, tra vacanze, esami, studio e lezioni, il nuovo anno scolastico dovrebbe procedere normalmente.
Dovrebbe, appunto. Come riportato da Il Sole 24 Ore, infatti, se gli 8,5 milioni di studenti italiani saranno, più o meno, pronti a ricominciare un nuovo anno di studi, non si può dire lo stesso degli insegnanti: in attesa dei concorsi, che tra crisi e annunci per il futuro diventano quasi insperati, vi saranno circa 120mila insegnanti precari (anche 170mila, secondo i sindacati) che andranno distribuiti tra cattedre stabili vuote (a causa, anche, della quota 100) e cattedre vacanti per periodi più brevi, con l’obiettivo di mantenere la stabilità nel proseguimento degli studi degli alunni.
Inoltre, altro nodo al pettine sul tema insegnanti, sono senza dubbio gli stipendi. In teoria, come promesso dall’ormai ex ministro dell’Istruzione Bussetti, dovrebbero esserci aumenti fino a tre cifre negli stipendi dei docenti, circa 100 euro più altri 11,50 di elemento perequativo come calcolato dal Miur. Ma, con l’attuale stallo del Governo, gli stipendi degli insegnanti rimangono così come sono. Inoltre, per attuare questa proposta di aumento, servono soldi che in realtà non si hanno: servirebbero 2,2 miliardi, 800mila euro dei quali sono disposti dalla manovra 2019, mentre i restanti 1,4 miliardi sono effettivamente da trovare.
Nota positiva per il personale scolastico, almeno, è per le presidenze: verranno assunti circa duemila nuovi presidi, andando a coprire un numero maggiore di scuole. Si prevede, di conseguenza, che gli istituti a rimanere senza un dirigente scolastico saranno all’incirca 600. Inoltre, con l’aumento degli stipendi di circa 450 euro, i presidi potranno cominciare l’anno con serenità. Nota stonata, invece, riguarda le segreterie: troppo lavoro e poco personale, a causa della (ancora) mancata assunzione dei nuovi 2.004 DSGA.
Ma veniamo agli studenti: cambia l’alternanza scuola-lavoro, con meno ore obbligatorie, almeno a discrezione delle scuole, che possono scegliere di aumentarle in caso di fondi. Fa la sua apparizione anche il patto di corresponsabilità: la scuola individuerà le mancanze disciplinari degli studenti, e in collaborazione con le famiglie, troverà il giusto castigo. Ultima innovazione, l’arrivo delle équipes territoriali: si occuperanno di ideare e realizzare sia nuovi contenuti digitali a scopo didattico che ambienti digitali per la didattica, infine di formare docenti e studenti alle competenze digitali.
La campanella sta per suonare, le incognite sono tante e l’incertezza, con ogni probabilità, sarà la parola chiave del nuovo anno scolastico in partenza: docenti e studenti affronteranno insieme un anno carico di novità, di nuove assunzioni per i primi e di nuove possibilità date dai nuovi metodi didattici per i secondi. Dalla prima campanella fino all’ultima di giugno, come e dove andrà la scuola italiana tra il 2019 e il 2020?
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