C’è l’ok del Senato: con la legge 92 del 20 agosto 2019, l’insegnamento obbligatorio dell’educazione civica entra ufficialmente nelle classi della scuola primaria e secondaria, a partire da settembre.
A dispetto di chi parlava di “una corsa contro il tempo” come unica ed effettiva possibilità di riuscita della legge e di quanti credevano che la crisi di governo avrebbe provocato lo slittamento del provvedimento al 2020, il governo è riuscito, nel suo ultimo ma positivo sforzo, a dare i suoi frutti.
L’articolo 2, comma 1, del testo di legge dispone:
Ai fini di cui all’articolo 1, a decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione è istituito l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, che sviluppa la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società. Iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile sono avviate dalla scuola dell’infanzia.
Secondo la legge, l’insegnamento dell’ educazione civica, occuperà 33 ore mensili. Il provvedimento entrerà formalmente in vigore il prossimo 5 settembre e per questo motivo da più parti sono nate preoccupazioni circa la possibilità che la materia possa entrare a far parte dei curricoli scolastici già con il 2019/2020.
Si presenta quindi l’ipotesi che per quest’anno scolastico le scuole vengano invitate ad aderire ad una sorta di “sperimentazione nazionale”.
L’introduzione della disciplina mira a formare studenti che siano cittadini “responsabili e attivi” e – come si legge nell’articolo 1 della legge – “a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri” .