Novità nel settore della scuola dell'infanzia in Sicilia: nell'isola maggiore ha inizio il nuovo sistema integrato per i bambini da 0 a 6 anni che presisporrà maggiori fondi per questa fascia scolastica.
Parte il nuovo sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a sei anni della Regione Siciliana. Gli assessorati all’Istruzione e alla Famiglia hanno inviato, a firma degli assessori competenti Roberto Lagalla e Antonio Scavone, una direttiva ai Comuni con le modalità di destinazione di oltre venti milioni di euro, da integrare con le risorse residuali di annualità precedenti.
In sinergia con l’Ufficio scolastico regionale, il governo Musumeci aveva già annunciato il progetto agli enti locali lo scorso mese di marzo, con l’obiettivo di favorire la continuità didattica ed educativa, rimodulando il percorso scolastico dell’alunno sin dai primi anni di vita. “Da un lato – evidenzia il presidente della Regione – puntiamo ad aumentare il numero di bambini che avranno accesso ai servizi, dall’altro a offrire servizi migliori e integrati alle nuove esigenze delle famiglie“.
Per i servizi della prima infanzia (da zero a tre anni) una prima somma individuata è di circa dodici milioni di euro. Sarà possibile, così, accrescere il numero dei posti, con la gratuità del servizio, per circa mille bambini nelle strutture private accreditate presso la Regione Siciliana o provvedere all’ampliamento di altrettanti posti presso le strutture pubbliche comunali.
A questa misura ne viene affiancata un’altra che permette di allargare l’accesso al “bonus nido” nazionale, con criteri e priorità analoghe allo stesso, ma che prescindono, in prima istanza, dal reddito, in maniera da intercettare anche quei target sociali che oggi presentano importanti difficoltà economiche, soprattutto in presenza di più bambini in famiglia.
Le linee guida consentiranno, inoltre, di incrementare la qualità dei servizi attraverso un ampliamento dell’orario di accoglienza, compresi i mesi estivi durante i quali spesso i nidi sono chiusi, rispondendo così positivamente alle esigenze lavorative delle famiglie e provvedendo, nel contempo, alla realizzazione di progetti che aumentino l’accessibilità del servizio.
“Questo verrà realizzato – spiega l’assessore alla Famiglia Antonio Scavone – mediante Piani individualizzati e personale dedicato ai bambini affetti da disabilità certificata o per progetti specifici di prevenzione e diagnosi precoce (deficit d’attenzione e iperattività, disturbi dello spettro autistico) e, infine, attraverso la sperimentazione del coordinamento pedagogico territoriale in ambito distrettuale o, comunque, presso i nove Comuni capoluogo.
Inoltre, con la direttiva appena emanata, risolviamo alcune anomalie del passato che, se non corrette, avrebbero comportato le stesse difficoltà avute nei programmi precedenti. Come, per esempio, quella della rendicontazione o dell’armonizzazione delle linee di finanziamento statale e regionale, senza la quale rischiavamo una duplicazione di interventi e la perdita di risorse finanziarie. In ultimo, abbiamo inserito un aiuto ai Comuni in dissesto per evitare l’aumento delle rette, costo che sarebbe ricaduto sulle famiglie“.
Per la scuola dell’infanzia, da tre a sei anni, di competenza del dipartimento Istruzione, la prima novità è rappresentata dall’abbattimento dei costi a carico dei Comuni per le mense. Con due milioni e mezzo di euro, infatti, sarà messo a disposizione un contributo di circa quaranta euro per 63 mila bambini. Altri due milioni e mezzo di euro serviranno, poi, per l’accoglienza gratuita di due bambini, in condizioni di disabilità certificata o di disagiate condizioni economiche, per ogni scuola dell’infanzia che ne abbia fatto richiesta, per un totale di 2.386 alunni.
È poi aumentato il numero delle “Sezioni primavera“, riferite alla fascia d’età dai ventiquattro ai trentasei mesi, che passano da 138 a 252 grazie al contributo di oltre un milione di euro. Questo consentirà di potenziare il servizio in favore delle famiglie, permettendo una maggiore distribuzione sul territorio regionale. Sono state, inoltre, incrementate le risorse a disposizione delle Sezioni già esistenti, grazie a un ulteriore stanziamento di quattrocentomila euro.
Per ognuna delle nove province siciliane sarà realizzato un “Polo didattico“, cui sono destinati complessivamente 180 mila euro per avviare, anche in collaborazione con le università, iniziative di progettazione e ricerca pedagogica e didattica in continuità con la scuola primaria.
Altra novità, infine, riguarda la formazione del personale: con un budget di oltre 180 mila euro saranno istituite le scuole “Polo per la formazione”, già individuate dall’Ufficio scolastico regionale, che avranno il compito di organizzare, per docenti ed educatori del territorio, due moduli di trenta ore ciascuno, dopo aver rilevato i bisogni formativi.
“Con l’invio della direttiva – spiega l’assessore all’istruzione Roberto Lagalla – i Comuni potranno disporre delle somme a loro destinate. In questo modo verranno potenziati i servizi in favore delle famiglie e dei bambini, garantendo un percorso formativo di crescita che sia in grado di avviarli ad un’adeguata socializzazione e, successivamente, a una prima fase di scolarizzazione.
Per la prima volta sarà dato spazio alla ricerca e alla formazione del corpo docente, novità in linea con uno degli obiettivi principali del governo Musumeci, quello di migliorare la qualità del sistema d’istruzione siciliano, iniziando proprio dalla formazione degli insegnanti, per assicurare a loro e agli studenti strumenti e opportunità adeguate. Stiamo quindi continuando a operare in favore dei giovani e delle famiglie, punto di partenza per qualunque processo di cambiamento sociale e culturale al quale si voglia aspirare”.
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