Molti attraversano i locali della metro di fretta, a passo svelto e senza quasi guardarsi intorno, col capo chino e le cuffie a palla. Così, la metropolitana rischia spesso di diventare un luogo di isolamento, nonostante il contatto spesso ravvicinato con altre persone. A Catania, tuttavia, da un paio di giorni le cose hanno cominciato a cambiare. La dimostrazione viene dall’opera artistica di Paolo Bordino, in arte Pao, recentemente installata alla stazione metro Giovanni XXIII.
L’opera, che qui vediamo nelle foto pubblicate dalla pagina Facebook della FCE metropolitana, vuole essere un invito alla riflessione su tematiche sociali importanti, come la difesa e il rispetto dell’ambiente, ed è stata realizzata nell’ambito di “Emergence Festival of Public Art”, per WonderTime Catania.
Nell’installazione che ricopre il pavimento in prossimità dei tornelli di ingresso/uscita, si nota un mare d’acqua con diverse sfumature concentriche, quasi come un vortice marino. I colori vanno dal bianco-azzurro delle estremità più lontane dal centro, al blu-viola, man mano che ci si avvicina, fino a una tonalità molto più scura che occupa il cuore dell’opera, circondata da un ulteriore anello bianco. Un mare di colori, poco accogliente forse, ma dal sicuro impatto. Il bianco, che potrebbe essere quello della schiuma causato dall’inquinamento, un fenomeno molto attuale ultimamente in Sicilia, sta lì come un monito, a ricordare l’importanza di prendersi cura delle acque che circondano l’Isola.
Con quest’opera che spinge alla riflessione, anche Catania, come molte altre città nel mondo, fa della sua metropolitana uno spazio non solo di transito, ma anche di condivisione di un messaggio.