Nuovo documento da parte Coordinamento unico di docenti, studenti e pta di Catania in merito all'elezione del Rettore dell'Università di Catania.
Qui il testo integrale della lettera del CUdA:
Lettera aperta ai candidati per la carica di Rettore dell’Università di Catania
L’Università di Catania si appresta a eleggere nei prossimi mesi il quarto Rettore in sei anni (ovvero l’arco previsto per una sola carica rettorale). Dal 2013 al 2019 già tre Rettori dell’Ateneo catanese si sono dimessi anzitempo o sono decaduti per deliberazioni della giustizia amministrativa. Basta questo dato per dire quanto complessa se non drammatica sia la situazione della nostra Istituzione.
La Nostra Università si trova oggi dinanzi a una duplice e ardua sfida: rigenerare la sua fisiologica autonomia istituzionale, ricuperando così quella credibilità e affidabilità che le è necessaria per operare all’altezza della sua tradizione; e insieme intraprendere un percorso di profonda riforma interna – sul piano culturale, gestionale e amministrativo – che le consenta non solo di recuperare il tempo in parte perduto nelle vicende di questi ultimi anni, ma anche di mettersi al passo con quei processi di trasformazione dell’Università che essa non ha ancora pienamente assimilato, in un tempo ancor più lungo.
A render ancor più complesso questo quadro, l’Ateneo dovrà, nel corso del 2020, sottoporsi a una non facile validazione della sua complessiva attività (didattica, ricerca, terza missione) da parte dell’Agenzia Nazionale della Valutazione dell’Università e della Ricerca (ANVUR). Una tempesta perfetta. Riteniamo che il Nostro Ateneo abbia le risorse per rispondere a queste sfide, a patto di sapere mobilitare il meglio delle sue energie, dei suoi talenti e delle sue capacità.
Riteniamo che questo non sia il momento per pur comprensibili ambizioni personali e individualismi; ma che sia necessario un valido e credibile progetto di gruppo che coniughi una visione condivisa e disinteressata nei confronti della missione formativa e scientifica con un alto profilo programmatico e gestionale.
Il prossimo Rettore dell’Ateneo – oltre a un ovvio ma indiscutibile curriculum di scienziato/a e studioso/a, stabilmente radicato/a nell’Università e nei suoi problemi – dovrà dunque, a nostro parere, esser capace di produrre quella “mobilitazione di idealità e ingegni” che è l’unica vera chance per la nostra comunità, oggi ferita, da ultimo (ma non solo) dalle vicende giudiziarie che la hanno interessata; ma viva e forte del suo passato, del suo futuro ma soprattutto del suo presente di comunità di eccellenza costituita da giovani, studiosi, lavoratori e lavoratrici.
È per questo fondamentale che il prossimo Rettore sia il pivot di un processo di trasformazione forte del nostro ateneo, legato a doppio nodo ai valori della legalità, della trasparenza, dell’autonomia vera e reale da interessi di cricche, lobby e partiti; e dunque dedicato senza esitazioni alle esigenze di benessere e futuro delle nostre studentesse, dei nostri studenti, delle loro famiglie e del nostro territorio.
In questo quadro proponiamo alcuni temi che ci paiono qualificanti per una vera ripresa del nostro Ateneo. A livello locale consideriamo fondamentali i seguenti punti:
-Una piattaforma delle attività di Terza Missione e Public Engagement, che parta dal rilancio del sistema museale e della Città della Scienza.
-La ripresa della pratica delle conferenze programmatiche aperte a tutto l’Ateneo e al territorio sui temi principali della missione istituzionale: didattica, ricerca, internazionalizzazione, public engagement.
Nella dimensione nazionale della presenza di UNICT riteniamo che il nuovo Rettore debba promuovere un Coordinamento con gli altri Atenei, a partire da quelli meridionali, ai seguenti fini:
Infine, una richiesta accorata. La campagna elettorale, breve ma intensa, che ci apprestiamo a vivere ci chiama tutte e tutti a una responsabilità diretta. Non è il tempo di polemiche sterili e veleni personali. È il tempo della trasparenza, del confronto democratico e franco e del comune sentimento di appartenenza a un’Istituzione che vede oggi messo in discussione il suo futuro.
Un’Istituzione – lo sappiamo tutti – da cui dipende il benessere di un territorio e di nuove generazioni che potrebbero vivere nel degrado culturale e nella desertificazione economica; o essere protagoniste di quel rilancio socio-economico e civile che da tempo tutte e tutti aspettiamo. E che a loro dobbiamo.
Catania, 10 Luglio 2019
CUdA
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