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Scuola, in Sicilia difficoltà in Italiano per un alunno su cinque, bene l’Inglese

Il Sud arranca in Italiano e Matematica, ma migliora in Inglese. Questo il riassunto dei risultati delle prove Invalsi, presentate alla Camera in data 10 luglio.

Sono stati presentati giorno 10 luglio alla Camera i risultati del Rapporto sulle prove Invalsi 2019. Come sono andate? Abbastanza male, soprattutto al Sud, si potrebbe commentare a caldo dando una rapida occhiata ai test. Ma, partendo dal livello nazionale, la prima notizia è sconfortante: gli allievi dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado che raggiungono risultati molto bassi in Italiano sono solo il 13% del totale. Tuttavia, la media si alza al Sud, soprattutto in Campania, Basilicata e Sicilia, dove questa quota supera il 20%, per arrivare al 25% in Calabria. I dati dicono inoltre che in alcune regioni del Mezzogiorno (in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) c’è un maggior numero di allievi con livelli di risultati molto bassi, soprattutto in Matematica e Inglese.

Ciò che emerge, è soprattutto una differenziazione dei risultati con carenze che si evidenziano in particolare per alcune materie. Infatti, se alle elementari i bambini hanno buoni risultati a scuola in Italiano, molto simili in tutto il Paese, la Matematica sembra essere un tasto particolarmente dolente in alcune regioni. In particolare, si riscontrano valori più bassi della media in Campania e Sardegna, tendenza che poi peggiora negli anni piuttosto che ridursi. Aumentano anche le differenze dei risultati medi in Italia, specie in Calabria e Sicilia, col risultato che si registra una vera e propria polarizzazione degli esiti tra Nord e Sud.

Altro dato emerso dalle prove Invalsi sono i buoni risultati d’Inglese degli allievi della scuola primaria italiana, migliorati nell’ascolto rispetto allo scorso anno. L’88,3% degli allievi della V elementare raggiunge il prescritto livello A1 del QCER nella prova di lettura (reading) e l’84% di allievi il prescritto livello A1 del QCER nella prova di ascolto (listening). Al Nord e al Centro gli allievi che raggiungono il livello A1 di reading sono circa il 90%, mentre al Sud circa l’85%.

Per il listening, invece, gli allievi che si collocano al livello A1 sono circa l’87% al Nord e al Centro, mentre circa il 78% al Sud. Rispetto al 2018 l’Invalsi riscontra un apprezzabile miglioramento soprattutto nella prova di ascolto (listening) della V primaria, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno. Secondo l’Istituto, l’introduzione delle prove d’Inglese al termine del ciclo primario ha favorito una maggiore attenzione verso l’ascolto (listening) rispetto a quanto avveniva nel passato.

Non manca il commento del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che ha evidenziato “innegabili motivi di preoccupazione” dopo aver conosciuto i risultati Invalsi presentati alla Camera. “L’Invalsi è uno strumento che consente di avere una foto articolata e dettagliata del nostro lavoro, con consente di analizzare eccellenze e criticità del sistema per realizzare azioni puntuali ed efficaci”, ha proseguito il ministro. “Come ministero – ha proseguito Bussetti – siamo convinti dell’importanza della valutazione standardizzata degli apprendimenti che però si deve integrare e affiancare all’insostituibile ruolo della valutazione dei docenti. Dobbiamo portare avanti la valutazione delle attitudini mettendo al centro gli studenti e le loro potenzialità. La scuola deve formare individui autonomi e liberi, cittadini responsabili e consapevoli. Credo sia un obiettivo sul quale abbiamo lavorato. Quest’anno l’illustrazione dei risultati Invalsi presenta motivi di novità e interesse”.

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