Anche quest’anno Catania è stata l’unica città in tutta Italia che ha ospitato il prestigioso show dedicato ai migranti, organizzato dalla Rete del rifugiato. Lo spettacolo si è tenuto in piazza Università con tanta partecipazione da parte di associazioni, volontari, interessanti ma anche da passanti e curiosi che si sono avvicinati all’area predisposta per lo svolgimento del talent.
Una serata per restare uniti, promotrice di un unico messaggio: la diversità non esiste. È intervenuto sul palco Kheit Abdelhafid, imam della Moschea della Misericordia: “Siamo qui per testimoniare la nostra appartenenza all’umanità”. L’evento, infatti, ha avuto come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione del rifugiato, non solo con la competizione artistica, ma anche attraverso le testimonianze di chi lavora ogni giorno a fianco di questa realtà, come La locanda del Samaritano e altre associazioni e mediatori. Giuseppe Lombardo, assessore ai servizi sociali e politiche per la famiglia, ha puntato l’attenzione sulla centralità del ruolo della città svolto negli scorsi mesi e anni durante le procedure di sbarco: “Catania è la capitale dell’accoglienza nell’ambito dei migranti”.
Una grande opportunità per i 13 finalisti scelti: Richard, Kavindi, El Hadj, Alteteia, Hannah, Mr 705, Yo Dimo, Precious, Soumah, Lil Bak, Amidu, Loveth e Darwin. Non solo nomi, ma anche tante storie dolorose alle spalle: infatti, i partecipanti, mediante le proprie capacità artistiche, si sono raccontati, esibendosi tra le tre categorie previste dal talent (ballo, canto e poesia). Per molti di loro è stata la prima occasione artistica: sono saliti sul palco per la prima volta e hanno dovuto affrontare la timidezza e l’imbarazzo, tra gli applausi e gli incoraggiamenti del pubblico. I finalisti sono stati giudicati dalla giuria formata da Francesca Ferro, figlia d’arte, attrice e regista, Douglas Booth, attore e sostenitore di UNHCR, Paolo Li Rosi, vocal coach, Lino Privitera, ballerino e coreografo.
Solo tre i vincitori: Hannah Imordi nella categoria poesia, Loveth Oluwatob nel canto e Soumah Mamadou per quanto riguarda il ballo. Durante la premiazione dei vincitori, Lino Privitera non si è limitato soltanto alla consegna del premio a Soumah Mamadou, ma gli ha anche offerto una borsa di studio presso la sua scuola di danza per poter continuare e approfondire la sua passione.