Il campione del ciclismo italiano tra i temi d'attualità per la prima prova della maturità 2019: ecco la sua storia.
Saperne di più prima avrebbe sicuramente aiutato non pochi studenti: ma quasi nessuno poteva aspettarsi una traccia d’attualità su Gino Bartali, uno dei più grandi corridori del ciclismo italiano. Oltre i grandi meriti sportivi, Bartali ne ha avuto anche di umani e proprio per questo nella prima prova degli esami di maturità 2019, attualmente in corso di svolgimento, i maturandi possono riflettere sulla sua esperienza; prima, però, è opportuno far luce sul ciclista azzurro.
Bartali ha vinto numerose edizioni delle principali rassegne del ciclismo internazionale, tra cui il “nostro” Giro d’Italia e la più prestigiosa delle corse, “Le Tour de France”. Il corridore italiano, tuttavia, è stato anche un campione di umanità, al punto da meritarsi l’encomio di “Giusto tra le Nazioni”: durante la Seconda guerra mondiale, infatti, Bartali riuscì a far espatriare tantissimi ebrei prigionieri e destinati ai campi di concentramento, con la collaborazione delle autorità religiose locali (arcivescovo e rabbino di Firenze). Egli fece infatti da corriere, trasportando tra Firenze e il convento di Assisi i documenti necessari per dare ai reclusi una nuova identità, al fine di poter espatriare: gli stessi erano nascosti all’interno del telaio della sua infallibile bicicletta.
Tra le sue vittorie, memorabile quella del Tour de France 1948, giunta in un momento drammatico per l’Italia, in cui si presagivano scenari da guerra civile: Bartali vinse la rassegna nel luglio di quell’anno, concentrando su di sé le attenzioni nazionali per le sue scalate sulle vette francesi, che lo avrebbero condotto entro la fine del mese al trionfo al Tour. E proprio quelle sudate e sofferte vittorie, sulla bocca di tutti, raffreddarono il clima di tensione in cui il Paese era sprofondato a seguito dell’attentato a Palmiro Togliatti, leader del PCI.
Per il suo impegno a sostegno della causa ebraica, Bartali ha avuto riconoscimenti direttamente dal governo israeliano: nel 2013 ha ricevuto quindi l’encomio di “Giusto fra le nazioni”, mentre nel 2018 – in occasione della partenza del “Giro d’Italia” da Gerusalemme – è stato insignito della cittadinanza onoraria. Importanti riconoscimenti gli sono stati tributati anche dai vertici italiani: nel 2005, l’allora Presidente della Repubblica Ciampi gli diede la medaglia d’oro al merito civile.
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