Siccità e desertificazione affliggono più che mai tutto il territorio italiano, che per il 21% è a rischio. Tra tutte, la regione più colpita risulta la Sicilia.

Il 17 giugno è stata la Giornata Internazionale per la lotta alla siccità, indetta nel 1995 dalle Nazioni Unite per ricordare l’adozione a Parigi il 17 giugno 1994 della Convenzione per la Lotta alla Desertificazione (Unccd). Il nostro paese ha aderito alla Convenzione come paese donatore e come paese colpito.
Il fenomeno della desertificazione non riguarda infatti solo l’Africa o l’Asia Meridionale, ma minaccia anche il Belpaese, di cui sono a rischio il 21% dei territori, procurando gravi danni sopratutto la Sicilia, che è la regione maggiormente colpita.
Secondo il Cnr, in Sicilia le aree a rischio sono il 70%, in Puglia il 57%, nel Molise il 58%, in Basilicata il 55%. In Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania sono tra il 30 e il 50%.
La ragione principale dell’avanzata dei deserti sarebbe il riscaldamento globale, ma non solo: anche lo sfruttamento intensivo del territorio, con l’abbattimento delle foreste e le monocolture, hanno favorito l’assalto della desertificazione.
Ma se la deforestazione da parte dell’uomo è tra le cause principali della desertificazione, al contrario, uno degli antidoti al fenomeno è la coltivazione rigenerativa, che consiste in una serie di tecniche di coltivazione chepermettono di beneficiare delle proprietà della terra, senza doverla però sfruttare o impoverire come fa notare l’Unccd, nel Sahel, il Sahara meridionale, una delle zone più colpite in assoluto dalla desertificazione, negli ultimi anni sono stati recuperati oltre 5 milioni di ettari di terra fertile, grazie a pratiche agricole di rigenerazione naturale.
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