L'avvio degli scavi è stato raggiunto grazie a un tavolo sulla crisi della Cmc, la cui risoluzione ha consentito il pagamento di un "Sal" e ha rimesso in moto i cantieri precedentemente fermi.

Immagine di repertorio.
La “talpa” ricomincia a scavare e i catanesi incrociano le dita, sperando in una prosecuzione dei lavori che per una volta vada avanti senza intoppi. La storia della metropolitana etnea continua, nonostante una frastagliata storia fatta di rinvii, ritardi, fallimenti e mancanza di fondi, e riparte da dove si era fermata: il cantiere della “Palestro – Stesicoro”, a breve distanza da piazza Risorgimento e dal viadotto dell’asse attrezzato di via Palermo, tratta compresa nell’intero appalto “Stesicoro – Aeroporto”, già finanziato dall’UE con 400 milioni e che dovrebbe andare in gara il prossimo autunno.
La Tbm (Tunnel boring machine) ha ricominciato il suo lavoro sotterraneo due giorni fa. La ripresa degli scavi in direzione Stesicoro, che comprende due tratte cruciali per Catania come “Plebiscito” e “San Domenico” è segno della fumata bianca giunta dal tavolo coordinato dalla Prefettura sulla crisi della Cmc, e del passaggio che era stato concordato in quella sede con i sindacati e la Fce per superare il pagamento di uno “Stato avanzamento lavori” da parte della Circum alla Cmc, che ha consentito di pagare le imprese sub appaltatrici, permettendo di rimettere in moto la macchina che ruota attorno a quest’opera fondamentale per la città. Inoltre, come dichiara il dg della Fce Salvo Fiore alla Sicilia, sarebbero ripresi da un paio di settimane anche i lavori al cantiere Monte Po.
Lo scavo della galleria nel cantiere Palestro dovrebbe completarsi entro un anno, possibili intoppi esclusi, e la consegna dei lavori si rivelerebbe perfetta per l’incastro dei tempi con l’avvio dell’appalto integrato per la stazione “Aeroporto”, con un’opera che coinvolgerebbe anche il quartiere Librino, coi suoi 80 mila residenti, e la periferia sud, oltre al Villaggio Sant’Agata, realizzando una ricucitura, quella tra centro e quartieri periferici, di cui Catania sente un impellente bisogno.
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