In un mercato del lavoro che ristagna, sempre più giovani fanno compromessi tra lavoro ideale e le loro necessità. LiveUnict ha intervistato alcuni laureati siciliani sulla loro attuale condizione lavorativa.
In tempi di crisi sappiamo quanto sia difficile trovare un lavoro e sognare un contratto a tempo indeterminato che permetta di pensare al futuro. Ci hanno detto quali sono le lauree “sicure” e quali invece sono la “fabbrica dei disoccupati”, e che studiare è sempre una buona scelta. Ma cosa succede davvero un volta che si ha quel “foglio di carta” in mano?
Stando ai dati Istat, all’inizio del 2019 la disoccupazione giovanile arriva al 32,8%. Chi trova un lavoro non è detto che sia decentemente retribuito, o che sia stabile. Nel sistema universitario italiano, si registrano pochi laureati, tanti abbandoni degli studi e occupazioni che non hanno riscontro con il proprio percorso di studi. L’ultima affermazione si riassume in numeri: secondo l’Ocse il 40% dei lavoratori italiani svolge un lavoro “imprevisto” che non corrisponde affatto alla propria laurea.
LiveUnict ha intervistato alcuni giovani laureati che attualmente lavorano, ma in un campo diverso da quello che avevano scelto. Ad esempio Laura, 25 anni e una laurea magistrale in Psicologia, ha lavorato per un po’ di tempo a Catania come addetta alle vendite presso una grande multinazionale che si occupa di mobili e complementi d’arredo. “Avevo un contratto a tempo determinato di circa 700 € al mese. Si trattava di una fase intermedia e ormai il contratto è scaduto”. Il suo percorso di studio le è tornato particolarmente utile nell’esperienza come addetta vendite: “Avendo fatto psicologia per 5 anni, sapevo come lavorare con la gente, come reggere lo stress e la fatica. Speravo fosse più facile fare un po’ di esperienza, e vorrei lavorare nel settore Marketing o Risorse Umane di una grande azienda. Ho fatto un master in Marketing in Inghilterra grazie ai soldi guadagnati e vorrei inserirmi nella realtà di una grande azienda”.
Anche Federica, 30 anni e laureata in laurea magistrale in psicologia e specializzazione in psicoterapia, tiene duro per realizzare i suoi sogni. Si è laureata col massimo dei voti e specializzata in psicoterapia, sta effettivamente lavorando in una posizione inerente al suo percorso, ma per far quadrare i conti lavora anche presso un’azienda di articoli sportivi: “Attualmente sono un’operatrice di spazio neutro nei servizi d’ambito, servizio che collabora con i servizi sociali per garantire il mantenimento della relazione genitore-figlio in situazioni di allontanamento del genitore dalla casa familiare o del minore dalla famiglia. Sono sotto contratto a tempo determinato come libero professionista, e percepisco 18€ l’ora a base oraria variabile”. Alla domanda se si sente realizzata dal punto di vista professionale, risponde: “Non è esattamente in linea con il mio percorso di studi ma è un punto di partenza e un modo per acquisire esperienza. Mi aspettavo maggiori opportunità di lavoro per neolaureati in contesti sia pubblici che privati e maggiori occasioni di prosecuzione della collaborazione con enti nei quali possono essere svolte le ore di tirocinio”.
Chi invece si è disincantato riguardo alle proprie prospettive è Mario, 35 anni, (nome di fantasia per mantenere l’anonimato) attualmente occupata nell’area ristorazione di una multinazionale. “Ho fatto il cameriere durante gli studi fino a diventare direttore in vari locali. Questo mi ha permesso di inserirmi nell’area ristorazione”. Mario però è laureato in Scienze delle Comunicazione con 110 e lode e sognava di fare il giornalista: “Scrivo come attività secondaria, non posso farci affidamento come lavoro. Nella mia azineda ho in contratto a tempo determinato e guadagno circa 1000 al mese. Spero comunque di avere un avanzamento e nuove prospettive”. Tuttavia quello che ha imparato all’università non gli è stato utile per la vita lavorativa: “All’università c’è troppa teoria. Mi aspettavo dove la laurea di poter lavorare in un’azienda nel settore delle comunicazioni. A Catania gli uffici marketing o comunicazione sono molteplici ruoli con un solo stipendio”.
“C’è una dignità umana da rispettare – conclude Mario – . Se uno non prende quello stipendio da fame, c’è sempre un altro che lo farà. I datori di lavoro lo sanno e se ne approfittano. Degli amici e colleghi chi poteva andarsene fuori lo ha già fatto o sta per farlo”.
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