La figura di San Giorgio è celebrata da molte religioni dell’area mediterranea, unendo milioni di fedeli in un solo credo. Oggi si celebra proprio questa figura leggendaria e amatissima per il suo coraggio cavalleresco. Anche in Sicilia resta forte il legame con questo santo, festeggiato in tutta l’Isola nel mese di aprile.
In un mondo sempre più diviso, dove le religioni vengono usate come escamotage per creare odio e rancori, il culto di San Giorgio rappresenta ancor oggi un punto d’incontro e filo indissolubile tra i differenti credo. Si celebra oggi, infatti, la festa di uno dei personaggi della cristianità, e non solo, celebrato e amato da milioni di fedeli per il suo coraggio e le sue virtù cavalleresche e che ricorre in molti dei culti dell’area del Mediterraneo.
La liturgia di questo santo è presente da secoli all’interno dell’intero mondo cristiano, ma anche le altre confessioni, come quella ortodossa e musulmana, annoverano questo personaggio valoroso come figura degna di devozione, al punto da portare a pieno titolo il vessillo dell’ibridazione e della mescolanza tra religioni. Per questa ragione esso può essere considerato un vero e proprio ponte in un mondo, quello rappresentato dai credo religiosi, pieno di muri.
San Giorgio, quindi, si pone a cavallo tra i culti, sebbene nell’iconografia cristiana egli sia un eroico guerriero che, guidato da Dio, si batte per il cristianesimo risorgendo tre volte, mentre nei testi musulmani il suo nome diventi Al-Khadr, il profeta verde che venne in aiuto di Mosè. Ma chi è, dunque, nell’immaginario collettivo questa figura leggendaria?
Personaggio misterioso, poco si sa della sua vita e la sua immagine affonda le radici per lo più nel mito e nelle storie popolari. Si sa che nacque in Cappadocia intorno al 280 d.C., figlio di padre persiano e madre cappadoce, e che il suo antichissimo culto risale al V secolo. Si distinse subito per il suo valore militare, arruolandosi nell’esercito di Diocleziano in Palestina. La politica anticristiana dell’imperatore, però, lo costrinse a essere perseguitato e a lunghe prigionie. La sua morte, e resurrezione, è fissata, secondo il calendario giuliano, al 23 aprile, giorno in cui si pensa che morì intorno al 303 in Nicomedia.
Durante il periodo delle prime crociate San Giorgio diventò il protagonista di una celebre leggenda, che lo incoronò per sempre come il cavaliere coraggioso della cristianità. Nel mito, conosciuto come “San Giorgio e il drago”, il santo incarna il valore del bene assoluto che si batte, e vince, contro il male.
La storia narra che in una città della Libia, nei pressi di uno stagno, vivesse un temibile drago che con il suo solo fiato poteva annientare chiunque lo incontrasse. Per tale ragione gli abitanti della città cercavano di tenerlo a bada, inviando ogni due giorni un paio di pecore per saziare la fame di quel terribile mostro. Quando le greggi cominciarono a scarseggiare, tuttavia, essi furono costretti a inviare una pecora e un giovane estratto a sorte.
Un giorno fu estratta per il sacrificio la figlia del re, il quale, cercando di sottrarre la fanciulla a quell’orribile destino, offrì in dono il suo patrimonio e una parte del suo regnò. Il popolo, indispettito, diede inizio a una rivolta, costringendo il regnate a sacrificare la figlia, che si diresse piangendo verso il lago.
In quel momento entrò miracolosamente in scena San Giorgio, che promise di aiutare la giovane e quel popolo travagliato. Quando il drago emerse dalle acque, egli lo trafisse con la sua lancia e chiese alla principessa di avvolgere la sua cintura intorno al collo del mostro, trascinandolo come un docile animale domestico. Arrivati in città con il drago al guinzaglio, gli abitanti ne furono atterriti, ma subito il valoroso cavaliere li tranquillizzò, uccidendo il drago.
Il culto di San Giorgio è particolarmente sentito in tutta l’Isola, dove molte sono le chiese in suo onore e le feste popolari che lo celebrano. A Modica San Giorgio è addirittura il patrono e ogni anno la sua celebrazione può vantare una tradizione secolare, ricca di spiritualità e di folclore. Qui, in occasione dei festeggiamenti, è possibile ammirare la tipica “scinnuta” del santo, il momento in cui il simulacro del Santo Cavaliere discende letteralmente sui fedeli all’uscita dalla cattedrale di Modica.
Anche a Ragusa Ibla è possibile essere partecipi di questo particolare rituale, quando nel Duomo tra un fiume di devoti si assiste alla triplice acclamazione di giubilo. Anche qui è presente una chiesa in onore del santo e la sua liturgia è fortemente sentita dagli abitanti del luogo.
Catania, invece, può vantare un intero quartiere, che prende proprio il nome di questo mitico personaggio, vale a dire la zona di San Giorgio, nella periferia catanese. L’importanza di questo santo fu tale che fino al 1239 egli fu rappresentato sullo stemma ufficiale della città, tranne che poi essere sostituito con l’attuale “Liotru”.
A Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, infine, i festeggiamenti per il santo tengono occupati i cittadini per circa dieci giorni. Già dal 14 aprile, infatti, hanno inizio le attività religiose e non solo in onore di San Giorgio, con tutta la popolazione, dai giovani ai più adulti, impegnati nella realizzazione dei momenti salienti.
Qui la figura del cavaliere valoroso è strettamente legata al mondo agricolo, per questa ragione non stupisce che durante quei giorni vengano organizzate sfilate di trattori e benedizioni del bestiame. I preparativi, che coinvolgono l’intera comunità, sfociano nel momento conclusivo della festa, durante il quale il fercolo con il simulacro del santo danza in segno rituale in mezzo alla folla. Una volta riportato in chiesa, le celebrazioni continuano con esibizioni di band locali e fuochi d’artificio.
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