Ancora oggi la leggenda racconta del rumore degli zoccoli di un fantomatico cavallo senza testa, che risuonano misteriosi e inquietanti nella notte in via dei Crociferi.
Chi dice che le fake news, le cosiddette “bufale”, vale a dire quelle false notizie create ad arte per sviare dalla verità siano un’invenzione del mondo moderno? Potrebbe sembrare assolutamente scontato, infatti, immaginare come esse siano figlie del web, estrema conseguenza dell’informazione contemporanea e, quindi, relativamente “giovani”, anche se in realtà, già anticamente, le notizie “farlocche” venivano diffuse a piacimento per i più svariati e macchinosi scopi. E se molti potrebbero obiettare che ai giorni nostri queste notizie abbiano una cassa di risonanza maggiore grazie ai social, allora forse questi ultimi non conoscono la leggenda del cavallo senza testa di via Crociferi.
Nulla è forse più efficace del caro vecchio passaparola, che, trasportando ogni diceria di bocca in bocca, la trasforma alle volte in vera e propria leggenda. E in questo i catanesi sono senza dubbio campioni assoluti. Ne è una lampante dimostrazione il celebre mito del cavallo senza testa, i cui zoccoli, secondo il fantasioso racconto, risuonerebbero nelle notti catanesi della barocca via dei Crociferi.
Ma come nasce questa particolare leggenda? Palcoscenico della vicenda è una Catania in pieno sviluppo, appena ricostruita in seguito al terremoto del 1693, più fiorente, ricca e vivace che mai. Fu proprio in questo contesto che la bellissima via Crociferi, gioiello del barocco catanese e oggi patrimonio dell’Unesco, diventò il “covo” della nobiltà locale, il luogo d’incontro per eccellenza dove l’aristocrazia giocava i suoi intrighi amorosi e pianificava cospirazioni e maneggi di potere.
Proprio per questa ragione nacque l’esigenza, sempre più pressante, di rendere quel luogo segreto e poco frequentato, cosicché nessuno potesse in qualche modo venire a conoscenza di quel continuo via vai per il vicolo. Fu così sparsa la voce che proprio in via Crociferi, al calar del sole, uno spettrale cavallo senza testa si aggirasse, facendo risuonare lo scalpitio dei suoi zoccoli sul basolato lavico.
Gli sciocchi e creduloni popolani non persero tempo a cascare nel tranello e subito le dicerie su quell’inquietante animale raggiunsero le orecchie di tutti i cittadini che, terrorizzati, smisero di frequentare quella zona nelle ore notturne. Soltanto un ragazzo, in apparenza coraggioso, volle sfidare le voci e dimostrare a tutti di essere un temerario e di non avere alcuna paura del cavallo senza testa.
Scommise con i suoi amici che, al calar del sole, si sarebbe recato in via Crociferi e, in barba alle dicerie, avrebbe piantato un chiodo sotto l’Arco del Monastero di San Benedetto per dimostrare a tutti di essere stato lì davvero. Munito di scala, egli si arrampicò ed effettivamente conficcò quel chiodo nel muro.
Quando stava per scendere, tuttavia, sentì che qualche strana forza lo imprigionava afferrandolo per il mantello, così, credendo che fosse il cavallo a tenere il suo indumento sotto gli zoccoli, si spaventò al punto che gli venne un infarto e morì. Il mattino successivo il suo corpo ormai privo di vita fu rinvenuto, ma il mantello, a dispetto dei timori del ragazzo, era rimasto impigliato proprio sul chiodo.
Per molto tempo i catanesi pensarono bene di starsene alla larga da quel luogo “infestato”, anche se è ancora possibile osservare i buchi lasciati dai chiodi dei numerosi “avventurieri”. Oggi via dei Crociferi è, invece, luogo d’incontro e cuore pulsante della gioventù catanese, oltre a essere letteralmente “infestata” dai turisti che vengono ad ammirarla a tutte le ore. La storia del cavallo senza testa dovrebbe, tuttavia, insegnarci quanto una diceria possa alla lunga rivelarsi pericolosa, entrando a far parte talvolta nel tessuto identitario di una comunità. La morale della favola è, infine, sempre la stessa: le bugie hanno le gambe corte, anche se, qualche volta, diventano leggenda.
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