La volontà di Alessandra Giordano, donna di soli 47 anni ed originaria di Paternò, ha scatenato non poche polemiche, separato l’opinione pubblica e, inoltre, mobilitato la procura di Catania.
Lo scorso 27 marzo, la catanese aveva scelto di porre fine alla sua vita ricorrendo all’eutanasia. Se la tematica in questione è stata e resta motivo di dibattito anche di fronte al ricorso spinto da gravi motivazioni, come una malattia in fase terminale, la scelta di Alessandra è destinata a sconvolgere maggiormente. Per quale motivo? Sembrerebbe che la donna non fosse affetta da nessuna patologia incurabile ma avesse scelto di recarsi in una clinica specializzata in Svizzera e di morire perché depressa.
La procura di Catania, tuttavia, desidera andare fino in fondo vicenda e, con tale scopo, ha aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio sulla morte della donna. Si tratterebbe di un’indagine senza indagati fortemente voluta dal fratello della stessa deceduta che ha denunciato l’accaduto ai carabinieri di Paternò. Inoltre, secondo quanto ricostruito dal quotidiano La Verità, il parente avrebbe chiesto al Gip il sequestro cautelativo dei beni della donna: richiesta, questa, destinata ad essere respinta in quanto l’iter seguito dalla clinica sarebbe stato coerente con le leggi svizzere e la donna lucida e consapevole della propria decisione.