Dal '96, l'appuntamento che chiama in causa le città italiane per ricordare le vittime innocenti delle stragi della mafia ogni 21 marzo.
Il 21 marzo segna l’inizio della primavera: ritornano le belle giornate accompagnate da un vento fresco e il fiorire degli alberi. Per molti, la primavera – salvo i casi in cui il brutto tempo incombe lo stesso – inizia così. Per molti altri, il 21 marzo ha un significato diverso.
Infatti, dall’1 marzo 2017, con voto unanime alla Camera dei Deputati, è in vigore la legge che istituisce e riconosce il 21 marzo quale “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie“. Un’approvazione che è avvenuta 11 anni dopo, dato che Libera organizza questa iniziativa dal 1996.
Come nasce l’idea di questo 21 marzo dedicato alle vittime innocenti, a volte dimenticate, delle stragi di mafia che volevano colpire chi ha osato combattere la criminalità organizzata? Proprio Libera, nella pagina online dedicata all’iniziativa, lo spiega: “L’iniziativa nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare mai il suo nome. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome“.
Un modo alternativo, di un notevole impatto sociale, di salutare l’arrivo della stagione primaverile. “Dal 1996 – continua Libera –, ogni anno, una città diversa, un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Recitare i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Il 21 marzo in tanti luoghi del nostro Paese per un abbraccio sincero ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, non dimenticando le vittime delle stragi, del terrorismo e del dovere“.
Quest’anno, la città scelta – da Libera e da don Luigi Ciotti – è Padova: lì, secondo il presidente dell’associazione, vanno coltivate e curate le radici dell’antimafia, nel nordest, dove si accusa il settore industriale e di impresa di essere stato completamente assorbito dalla mafia, portando sotto il suo dominio anche il tessuto sociale e politico. Non solo Padova, la città che funge da manifesto all’iniziativa di quest’anno, ma in tutta Italia la Giornata è stata accolta da studenti, volontari, associazioni e familiari delle vittime: infatti, anche Catania è stata palcoscenico del corteo organizzato proprio in seno all’evento nazionale.
Le stragi mafiose sono state, indubbiamente, una delle pagine più buie e stracolme di violenza della storia della Repubblica italiana. Ma fa notare, il presidente di Libera, don Ciotti, che la mafia ancora esiste e che, in certi casi, ha accantonato l’uso della violenza, preferendo di radicarsi proprio nel tessuto imprenditoriale, senza trovare opposizione.
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