Si torna a parlare di scuola e di assunzioni e la situazione purtroppo non è delle migliori. Il numero dei supplenti assunti con la “messa a disposizione” ha raggiunto quest’anno la quota di 11mila, principalmente a causa dello svuotamento delle graduatorie di riferimento.
Si parla di un ritorno al passato, dato che questa condizione non si verificava dall’immediato dopoguerra, quando i dirigenti scolastici assumevano il singolo docente anche solo con il diploma o la laurea, perché gli insegnanti qualificati scarseggiavano. Né concorsi, né graduatorie permettevano l’assegnazione del posto di lavoro, un po’ come accade oggi, dato che il metodo più probabile di assunzione è proprio la messa a disposizione che permette la candidatura spontanea al ruolo, essendo in possesso dei requisiti necessari e ottenendo un contratto a termine. E con questo metodo molti docenti lavorano anche per l’intero anno scolastico, nonostante non siano in possesso di abilitazioni.
La questione dell’incremento del precariato preoccupa molto i sindacati che prevedono un aumento esponenziale dei docenti in questa situazione. Le precedenti manovre di risoluzione della problematica hanno infatti causato lo svuotamento delle graduatorie di docenti abilitati negli anni, con il risultato di moltissime cattedre di ruolo vacanti, le quali sono state un terzo del totale di 57mila solo nella scorsa estate. E i presidi si sono dovuti rivolgere a supplenti che spesso sono in possesso della sola laurea e non risultano iscritti in nessuna graduatoria, toccando la cifra di 164mila supplenti in servizio nell’ultimo anno.
Senza dimenticare che il tutto potrebbe aggravarsi a seguito delle uscite con quota 100 e le altre finestre pensionistiche come la Pensione anticipata. Anche se ancora non è possibile sapere quante domande saranno rigettate dall’Inps, si può stimare la cifra totale di 36mila cessazioni, poche migliaia in più rispetto alle 33mila dell’anno scorso. Ma i docenti adatti alle sostituzioni non esistono: il vero problema restano quindi le graduatorie esaurite. Paradossalmente, nonostante l’alto tasso di disoccupazione, nelle principali città italiane gli elenchi per le cattedre delle materie principali come italiano e matematica sono praticamente vuoti.
Purtroppo il futuro della scuola non sembra roseo: il ministro Bussetti ha infatti dichiarato che è tardi per proporre nuovi concorsi entro settembre. Questo porterà le scuole ad utilizzare le graduatorie dei precari d’istituto e le messe a disposizione per garantire il corretto svolgimento delle lezioni. Bisogna quindi migliorare le modalità di assunzione, e i sindacati ripropongono il metodo del “doppio canale“, proposto nel 1989 dall’allora ministro della Pubblica Istruzione e attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per migliorare il reclutamento degli insegnanti. Questa modalità consiste nel passaggio dei docenti che hanno svolto tre anni di supplenza dalla graduatoria d’istituto a quella dei futuri insegnanti di ruolo. Una proposta che magari potrebbe migliorare la situazione attuale che attualmente versa in condizioni piuttosto preoccupanti.