Secondo un'indagine de il Fatto Quotidiano, la situazione degli studenti catanesi con disabilità si aggraverà a partire da febbraio: a rischio servizi essenziali di assistenza e trasporto.
Già a partire dal 31 gennaio sarà difficile (se non addirittura impossibile) frequentare la scuola per gli studenti catanesi con disabilità. Secondo un’indagine svolta da il Fatto Quotidiano, che ha raccolto le testimonianze di alcune madri, la situazione già complicata degenererà a partire dal primo febbraio, quando ai ragazzi verranno revocati servizi essenziali quali trasporti scolastici, operatori per la comunicazione, assistenti che li accompagnino in bagno o che li aiutino a mangiare.
L’assessorato regionale al Sociale ha stanziato 1,9 milioni di euro già a inizio mese; parte di quella cifra (per l’esattezza 306.526€) è stata destinata a Catania. Eppure le famiglie dei ragazzi disabili hanno ricevuto la notizia dell’interruzione dei servizi a partire dal mese di febbraio, e non fino alla fine dell’anno scolastico, come invece si aspettavano.
Le madri che hanno contattato il Fatto denunciano la situazione insostenibile, che nega il diritto allo studio dei loro figli che, nei casi più gravi, rischiano di non poter più frequentare la scuola come tutti gli altri compagni di classe. Nel caso in cui la situazione dovesse restare invariata, i genitori sono disposti a procedere per vie legali con una denuncia per interruzione di pubblico servizio.
“Nel periodo natalizio non ci era stato detto nulla, poi veniamo a sapere che dal 31 gennaio verranno interrotti i servizi fondamentali per mio figlio che ha bisogno di tante cose per frequentare la scuola insieme ai suoi compagni – ha detto Stefania Cantone, mamma di un 17enne che frequenta il liceo artistico – . Ha necessità di un operatore che lo aiuti a comunicare con gli altri e che lo possa portare in bagno. Stiamo forse giocando con i diritti delle persone? Cosi si rischia di rovinare ragazzi come lui che invece hanno bisogno, soprattutto a scuola, di figure professionali fondamentali per la sua crescita personale. Se mio figlio non potrà più andare a scuola perché mancano queste figure bloccano anche la nostra vita di genitori perché ovviamente non potremo lasciarlo a casa da solo. Ditemi se possiamo accettare tutto questo. Invece di migliorare, purtroppo sembra che le cose peggiorino”.
Emerge ancora dall’inchiesta come la situazione si ripeta ogni anno, un tira e molla che sul bilancio che trasforma dei ragazzi con disabilità in semplici numeri. La domanda che i genitori continuano a porsi è per quale ragione i soldi non vengono stanziati per l’intero anno scolastico ma solo per i primi sei mesi, o perché non venga data loro la possibilità di fare delle scelte sui servizi, per esempio quello di trasporto.
I dirigenti scolastici sono impotenti davanti a un problema così grosso, e ancora oggi non hanno ricevuto alcuna comunicazione che smentisca l’interruzione dei servizi.
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