Categorie: Politica

Sea Watch 3 al largo di Siracusa, Salvini: “No allo sbarco in Italia”

La nave dell’ong olandese, la Sea Watch 3 si trova adesso alla fonda al largo di Siracusa in attesa che i leader europei si mettano d’accordo sul luogo di sbarco.

Da qualche giorno la Sea Watch 3 si trova in balia delle onde e della burrasca che si sta abbattendo sul Mediterraneo. Per questa ragione la nave dell’ong olandese si è diretta verso le coste italiane e si trova adesso al lago di Siracusa in attesa di poter sbarcare in un porto sicuro.

L’imbarcazione,oltre al personale di bordo e ai volontari, ospita al momento i 47 migranti salvati in  seguito a un naufragio nei giorni scorsi. Il maltempo ha costretto l’equipaggio a entrare nelle acque territoriali italiane e adesso la nave si trova alla fonda a circa un miglio dalle coste siracusane, tra Augusta, Marina di Melilli e, appunto, Siracusa. A fornire soccorso a migranti ed equipaggio sulla Sea Watch 3, in prossimità della nave si trovano anche le motovedette della Guardia Costiera Italiana e della Guardia di Finanza.

Come già accaduto in passato, il Governo si rifiuta di concedere lo sbarco dei 47 migranti in porti italiani, sebbene sia il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, sia quello di Lampedusa, Salvatore Martello, abbiano comunicato la propria disponibilità a concedere l’approdo.

La nave Ong Sea Watch 3 avrà dal governo italiano supporto medico e sanitario qualora ne avesse necessità, ma la invito ancora a puntare la prua verso Marsiglia. Questa nave, come vedete in foto, batte bandiera olandese e si trova ora a pochi chilometri dalle coste italiane- ha dichiarato Luigi Di Maio su FacebookPer questo ritengo opportuno convocare immediatamente l’ambasciatore olandese e chiedergli che intenzioni abbia il suo governo“.

Non c’è alcun desiderio di sequestrare i 47 immigrati della Sea Watch– ha aggiunto ancora Matteo Salvininon vediamo l’ora di farli arrivare, sani e salvi, in altri paesi europei. Nessuno spazio in Italia”. E trova anche l’appoggio del ministro alle Infrastrutture Toninelli che punta ancora il dito verso la Francia. La questione, quindi, si prefigura tutt’altro che immediata e di semplice risoluzione e ci si aspetta l’ennesimo braccio di ferro tra i governi europei.

 

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