È stato approvato ieri il decreto sul famoso reddito di cittadinanza e sulle pensioni. Le misure, adottate con “quota 100“, prevedono nuove modalità di versamento di contributi all’Inps ai fini della pensione: in particolare, si potrà andare in pensione a 62 anni con 38 anni contribuitivi. Tra le altre misure, importante è quella riguardante il riscatto laurea.
Si parlava già di un riscatto flessibile nel corso del 2018. Con l’approvazione del nuovo decreto del Governo giallo-verde, ora, è possibile: per i laureati under 45 che lavorano dal 1996 è possibile decidere quanti soldi versare all’Inps per riscattare la laurea. Un riscatto che arriverà a coprire periodi di buco contributivo per un massimo di 5 anni.
Un contributo minore vuol dire prendere una pensione più bassa, ma facendo valere ogni anno di studi come lavorativo, si potrà andare in pensione 4 o 5 anni prima (in base agli anni di studio). Oltre che flessibile, il costo del riscatto laurea sarà scontato per questa categoria di under 45: il costo del riscatto sarà, infatti, per il 50% detraibile in cinque quote annuali.
In tal senso, i periodi universitari interessati al riscatto sono: i diplomi universitari (tra i due ed i tre anni di durata)), i diplomi di laurea (tra i quattro ed i sei anni), i diplomi di specializzazione (biennale), i dottorati di ricerca, le lauree triennali (L) e le lauree specialistiche di durata biennale (LS).
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