Il Ministero della Salute sta studiando delle ipotesi di incentivi all'Università per favorire la vaccinazione dei giovani.
Incentivare a vaccinarsi e ad aumentare la copertura per malattie come il morbillo è l’unico modo per far fronte a numerosi casi di contagio ed epidemie. È per questo che il Ministero della Salute sta cercando di individuare una serie di misure pratiche che possano incentivare gli adolescenti ed i giovani adulti a vaccinarsi contro il morbillo.
Tra le misure pratiche prese in considerazione dal Ministero, nell’ambito del nuovo Piano per l’eliminazione del morbillo, alcuni incentivi all’Università potrebbero prevedere ad esempio incentivazione alla vaccinazione in collegamento con il sistema dei concorsi pubblici e del percorso universitario. Tra le proposte del piano mirato all’eliminazione del morbillo in particolare tra i giovani non è da escludere infatti che esso possa prevedere la “proposta vaccinale” in una serie di passaggi cruciali nella vita dei giovani, dall’iscrizione all’università al rinnovo della carta d’identità.
Altre misure di incentivazione potrebbero prevedere anche accordi con le federazioni sportive per mettere in atto misure incentivanti per la vaccinazione dei giovani atleti.
L’obiettivo del nuovo Piano di eliminazione del morbillo raggiungere la copertura al 95% tra i nuovi nati. L’ emergenza riguarda soprattutto adolescenti e giovani adulti, per i quali la copertura vaccinale è calata nell’intervallo di affievolimento dell’obbligo vaccinale tra il 1999 e la legge Lorenzin dell’agosto 2017. Puntare sull’incentivazione della vaccinazione dei giovani sembra per questo uno dei mezzi per ridurre il rischio di contagio.
Il Piano di eliminazione del morbillo nasce non solo alla luce dei recenti focolai e casi di contagio, ma soprattutto come l’Oms, continua a dichiarare l’Italia è endemica per il morbillo. Risolvere l’emergenza morbillo, che in Italia secondo i dati dell’Oms ha visto oltre 5mila casi nel 2017 con 2 decessi, è la priorità.
Nessun retrocesso quindi del Governo sul obbligo vaccinale, che resterà per legge. Allo stesso tempo c’è la convinzione che l’obbligo non basti. A spiegarlo, una volta di più, è proprio una nota del ministero della Salute sul “caso Bari”, dove in poche ore e malgrado un tasso di copertura regionale del 95%, si è registrato il contagio in otto persone. Per questo nei giorni scorsi il Ministero ha anche avviato un aggiornamento del sistema di sorveglianza integrata del morbillo e della rosolia, in cui sono rafforzate le linee guida per la corretta diagnosi, la classificazione dei casi e la standardizzazione per la raccolta dati.
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