Secondo i dati, i ragazzi italiani tra i 6 e i 18 anni leggerebbero sempre meno, se si escludono i testi scolastici. In Sicilia, poi, i giovani che non aprono mai un libro sono intorno al 70%.
Un anonimo autore diceva che “un bambino che legge sarà un adulto che pensa” ma, se prendiamo in considerazione gli ultimi dati, tra qualche anno potremmo ritrovarci a vivere in una società in cui non penserà più nessuno, o quasi. Secondo una recente indagine, condotta dalla Fondazione OpenPolis, infatti in Italia i minori dai 6 ai 18 anni leggerebbero sempre meno, se si escludono i testi scolastici. La situazione sembrerebbe aggravarsi andando verso Sud, con la Sicilia che raggiunge picchi del 70% di giovani che non leggono neanche un libro all’anno.
I dati mostrerebbero come nel Bel Paese, terra di poeti e prosatori, circa la metà dei bambini e degli adolescenti non abbia inclinazione per la lettura e come nel 10% dei casi le famiglie italiane non abbiamo nemmeno un libro nella propria abitazione. Nel 2016 i bambini che non avevano letto neanche un libro nell’arco dell’intero anno ammontavano al 52,8%.
Si potrebbe forse obiettare che questo drastico calo dei lettori sia imputabile agli anni della crisi economica e all’aumento delle famiglie in condizioni di povertà assoluta, e il lieve incremento di giovani lettori del 2017 sembrerebbe dimostrarlo. Tuttavia, lo scarso interesse per la lettura non deriverebbe semplicemente dalle condizioni economiche, ma avrebbe altre cause, tra le quali la “familiarità”.
Sembrerebbe, infatti, che i giovani, che si trovano a vivere in contesti familiari in cui nessuno dei due genitori legge, non si sentano stimolati a intraprendere la lettura di un libro per puro piacere, raggiungendo il 66%, mentre solo il 30% dei ragazzi i cui genitori non leggono, invece, sarebbero propensi a scoprire l’amore per i libri. Inoltre, uno studio di Save the Children illustrerebbe come vivere in un contesto meno abbiente non pregiudichi necessariamente il bambino, il quale, se inserito in un’area geografica dove l’offerta formativa e ricreativa è considerevole, avrebbe il triplo delle possibilità a reagire positivamente.
Uno dei dati più significativi, invece, mostra un’Italia, come non sorprende, costantemente spaccata, specialmente per quanto riguarda le regioni del Sud, dove l’inclinazione per la lettura è bassa in misura preoccupante. Se in provincia di Trento i minori che non leggono sono meno di un terzo, infatti, in Sicilia raggiungono addirittura il 70%.
Situazione analoga per Campania, Calabria, Puglia, Molise e Lazio. Infine dal report si potrebbe notare come in queste regioni la presenza di biblioteche pubbliche e specializzate sia meno permeante, a differenza di regioni come la Valle d’Aosta, il Molise, il Trentino e la Sardegna, dove si registrerebbe un numero di biblioteche adeguato.
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