Il razzismo al Nord nei confronti dei meridionali sembra non esser mai cessato. Ha cambiato forma, ma è ancora presente e radicato in molte persone. La testimonianza di studenti del Sud che cercano una casa nelle regioni settentrionali non lascia dubbi.
Nelle principali città del Nord durante gli anni 50/60 del secolo scorso, quando a emigrare erano numerose famiglie del Mezzogiorno che speravano in condizioni di vita migliori attraverso la fuga dalla loro terra, era possibile trovare cartelli e avvisi affissi alle porte con la scritta “Non si affitta ai meridionali”.
Mezzo secolo dopo nel 2018, il fenomeno dell’emigrazione riguarda più i giovani, studenti o lavoratori, che intere famiglie, ma è ancora possibile vedere in giro sul web – è cambiata la forma ma non la sostanza – annunci discriminatori verso i giovani del sud in cerca di stanze.
È il caso di Matteo, giovane siciliano da poco laureatosi in mediazione linguistica all’Università di Siena con il massimo dei voti, che ha deciso di proseguire il suo percorso di studi a Venezia. Matteo si è messo a cercare sul web, dove il più delle volte ha incontrato annunci di proprietari disposti ad affittare le loro case esclusivamente a ragazzi del nord Italia. “Ho cercato sul web, in una bacheca dedita agli affitti universitari – ha detto – e sono rimasto stupito da ciò che ho letto”.
Gli annunci infatti erano differenti e di vario tipo: “Ce n’era uno che diceva ‘si affitta solo a persone provenienti da luoghi entro un raggio di 150 Km’, escludendo, in questa circostanza, anche i ragazzi della Toscana (la distanza tra i due capoluoghi Venezia e Firenze è superiore ai 200 Km), una regione tutt’altro che meridionale”. Altri hanno scritto l’annuncio in Veneto, sempre col chiaro obiettivo di affittare solo ai ragazzi della stessa regione. Anche in Toscana, sebbene in una sola occasione, era successa la stessa cosa.
“Durante il primo anno di studi, una signora aggiunse sotto l’annuncio la seguente frase: non voglio affittare la casa ai meridionali perché mi fido più dei settentrionali. Tuttavia quello fu l’unico caso”.
Ma è ancora lecito nel 2018 ritrovarsi in situazioni del genere? Secondo Matteo sì: “Me lo aspettavo. Il razzismo nei confronti meridionali c’è ancora, sebbene meno evidente rispetto al passato”.
E quando gli viene chiesto quali sono state le sue sensazioni mentre leggeva tali annunci, la risposta è di uno che ormai ha chiara la situazione e ha compreso la natura del fenomeno. “Capita, anche se preferisco non avere a che fare con queste persone. Non posso dimenticare ciò che ho letto, perché ti dice molto. Ti dice che c’è qualcuno che ha ancora pregiudizi sulle persone in base al luogo di nascita e provenienza. Ovviamente non bisogna far di tutta l’erba un fascio: non voglio etichettare le persone del Nord come razziste nei nostri confronti”.
Un pregiudizio profondo che ancora persiste nell’animo di molte persone, capaci di vedere differenze laddove non esistono.
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