Il cammino degli azzurri si interrompe nell'ultimo pool prima delle final four; notevole, tuttavia, la prova del catanese Randazzo nella sfida decisiva contro la Polonia.
Quando si viene eliminati da una competizione, solitamente, si dice “si torna a casa”: stavolta, invece, la Nazionale italiana “resta a casa”, non riuscendo a staccare il pass per le semifinali del campionato mondiale maschile di pallavolo, in corso di svolgimento tra Italia e Bulgaria. Dignitoso il cammino degli azzurri padroni di casa, che hanno dimostrato di aver imparato e dover ancora imparare al cospetto di nazionali blasonate e più abituate a gestire la pressione, specie sul piano mentale. Inoltre, tra i giovani talenti messisi in mostra nelle fila italiane, un occhio di riguardo al catanese Luigi Randazzo, classe ’94 , con un minutaggio ed alcune prestazioni che non sono passate indifferenti.
Pur non giocando con continuità, il giovane schiacciatore catanese – al momento in prestito presso la Pallavolo Padova – è subentrato più volte ai compagni, dimostrando talento e ottimi margini di crescita. Titolarissimo nella squadra B messa in campo contro l’Olanda, a qualificazione alla fase finale già in tasca, Randazzo ha giocato anche gli ultimi tre set della partita di venerdì contro i campioni del mondo della Polonia, mettendo in campo tecnica e personalità con otto punti realizzati, nonostante già il primo set avesse consegnato agli avversari la certezza della semifinale.
Che giocatori come Randazzo possano essere un punto di partenza per l’Italvolley del futuro? Probabile. La stoffa non manca e del resto, all’indomani di questa amara sconfitta, la nazionale è già pronta a cercare le future promesse azzurre in seno ai vari club, mentre dall’altro lato del globo sono le ragazze della nazionale femminile a scendere in campo. All’Italia, ieri sera, non è riuscito il miracolo sportivo, fin da mercoledì parso fin troppo utopistico, al netto della matematica. E la Polonia, campione del mondo in carica, lo ha dimostrato subito, imponendosi nel primo set col parziale di 25-14: quello che, a parti invertite, sarebbe servito all’Italia, magari ripetendolo anche nei due set successivi, per qualificarsi alle ambite semifinali.
Nel corso di queste sere, ad ogni modo, la nazionale di pallavolo è stata convincente, trascinando il pubblico italiano sia nei palazzetti che davanti alla tv. La fase a gironi, infatti, aveva fatto ben sperare, con un’Italia quasi imbattibile davanti ai propri tifosi – eccezion fatta per la partita concessa alla Russia, altra eliminata delle final six. Proprio in questo raggruppamento finale, la nazionale di Gian Lorenzo Blengini ha pescato Serbia e Polonia, la prima delle quali affrontata mercoledì sera, con una sonora sconfitta al cospetto di una squadra cui tutto è andato per il verso giusto. Il 3-2 alla Polonia è una vittoria d’orgoglio, dove il cuore non è bastato ed ha tradito sul più bello: davanti alle favorite, l’Italia è parsa discontinua, non in grado di reagire ai punti spesso regalati agli avversari e priva del coraggio che aveva piegato illustri avversarie del girone, come Belgio ed Argentina.
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