I test dโammissione di questi giorni hanno rispolverato questioni su cui, puntualmente, si torna a parlare ogni anno: corsi di laurea a numero chiuso e migliaia di candidati che, sconfitti, rinunciano al proprio sogno.
Questa situazione riguarda, in particolare, lโaccesso al corso di laurea in Medicina ed Odontoiatria, riservato a soli 9.779 fortunati su oltre 67 mila iscritti alla prova. Si tratta di un divario che causa aspre proteste da parte di candidati, genitori e associazioni universitarie, aprendo un dibattito che divide lโopinione pubblica: da un lato coloro che preferiscono mantenere il numero chiuso; dallโaltro giovani ed adulti schierati a favore dellโintroduzione di un nuovo meccanismo, il cosiddetto โmodello franceseโ.
Sembrerebbe proprio che questโultima alternativa prescelta da molti e, probabilmente, anche dal nuovo Governo: un nuovo contratto firmato da Lega e Cinquestelle decreterebbe, infatti, il superamento del numero chiuso nelle universitร , garantendo cosรฌ lโaccesso agli studi al piรน alto numero di studenti possibile.
Il modello francese rappresenterebbe una rivoluzione allโinterno del sistema universitario nazionale, in quanto permetterebbe lโammissione al primo anno di tutti i candidati e lo sbarramento ex post sulla base di esami e crediti. Non sembrerebbe, tuttavia, unโiniziativa completamente nuova ed originale dato che, giร nel 2015, lโallora ministra dellโIstruzione Stefania Giannini lโaveva preso in considerazione analizzando la situazione dei test di medicina: lโiniziativa, tuttavia, era fallita viste le numerose difficoltร a trovare risorse sufficienti per metterlo in pratica.
Oggi si ripresenta la possibilitร di realizzare ciรฒ che esiste da tempo in altri Stati e a cui anche gli Italiani, adesso, guardano ed aspirano: potrebbe rappresentare lโunica speranza di cambiare una triste realtร che riguarda ormai il 40% dei nostri corsi e, con essa, lโidea che il diritto allo studio non sia per tutti.