Costretti a lavorare in condizioni igieniche pessime, senza bagno e in mezzo al fetore: la denuncia dei lavoratori dell'obitorio del cimitero di Catania.
Situazione da film horror all’obitorio di via Acquicella. I dipendenti della Multiservizi denunciano il degrado in cui imperversa il cimitero, ponendo l’accento sulle condizioni di pessima igiene in cui ogni giorno sono costretti a lavorare. Sussistono difficoltà anche per andare in bagno, dove manca il water, ma qualora ci fosse, per usufruirne bisognerebbe fare uno slalom tra le bare. Sì, perché l’obitorio, da diversi mesi ha assunto le sembianze di un deposito di bare: sono una quindicina quelle che si trovano nella stanzetta e nella cella frigorifera, dal 2014, c’è un corpo che non trova degna sepoltura per motivi burocratici.
“Lavoriamo come fossimo animali – afferma un dipendente a “La Sicilia” – e, per andare in bagno, raggiungiamo quelli pubblici che distano oltre 100 metri dal deposito, lasciandolo così incustodito”.
Come se non bastasse, il problema non è solo di tipo igienico, dato che a mancare è anche la sicurezza generale. I dipendenti, infatti, hanno denunciato la mancanza di manutenzione presso l’ufficio, dove sarebbero presenti gruppi di fili elettrici scoperti.
Altro particolare raccapricciante è il fatto che all’interno del deposito sono custoditi anche resti umani: in cassette di legno di varie dimensioni sono contenute braccia, gambe e mani amputate, oltre a feti di bambini, resti che devono ricevere una sepoltura che al momento, per diversi motivi, non può arrivare. “Si devono consegnare alla terra al più presto – racconta l’operatore tappandosi il naso per il cattivo odore – perché per noi che ci lavoriamo, più vanno in putrefazione e più è alto il rischio, maneggiandoli, di infezioni”.
La questione nell’obitorio è veramente problematica. Una signora che per far visita al marito defunto deve recarsi presso la tetra stanzetta, racconta di dover cercare ogni volta tra le tante bare presenti, oltre al fatto che: “Ci sono giorni che non si riesce nemmeno a entrare dal fetore”. Altri familiari, invece, lamentano il fatto che per raggiungere la bara del proprio congiunto, devono stare attenti a non calpestare il liquor che fuoriesce dalle fessure di alcune bare.
“In occasione del mio primo sopralluogo – ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Arcidiacono sempre al noto giornale locale – mi sono reso conto che occorre agire subito per arginare situazioni difficili. È già stato stilato un piano di interventi di manutenzione, destinati alla realizzazione del servizio igienico nel deposito e allo snellimento della burocrazia per l’inumazione delle salme. Si è dato disposizione anche per il diserbamento delle tombe poste su strada e per un’adeguata igienizzazione e riqualificazione dei bagni pubblici che lasciano a desiderare. Il cimitero è un luogo sacro che tocca il destino di tutti ed è prioritario restituirgli il decoro che merita. Ho pronto il nuovo regolamento, che presto sarà discusso in Consiglio: è mia intenzione aprire il camposanto alla Città metropolitana, così che anche i catanesi non residenti possono chiedere di esservi sepolti”.
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