La città di Catania pullula di bellezze archeologiche. Poco conosciuti o valorizzati, i beni che la città etnea mette a disposizione di cittadini e turisti sono infiniti: oggi andiamo alla scoperta delle Terme della Rotonda, risalenti al I-II sec d.C.
Etna, cibo e mare. Sono i tre punti cardine del movimento turistico che, tutto l’anno, coinvolge Catania, ma c’è molto di più. La città etnea, infatti, pullula di bellezze archeologiche a ogni angolo: beni risalenti al periodo greco, romano, bizantino, rinascimentale, per lo più sconosciuti ai catanesi ma continuamente ricercati dai turisti. Molto spesso si tratta di siti non facilmente accessibili o vittime di incuria e inciviltà, ma basta guardarsi intorno per notare le numerose perle che la città ha da offrire.
È tra le viuzze nascoste del centro storico che sorge uno dei siti più richiesti dai visitatori stranieri ma, paradossalmente, uno dei meno valorizzati. Si tratta di un vasto complesso termale risalente al I-II secolo d.C., ubicato tra via Rotonda e le vie Gesuiti, Marino e della Mecca: a pochi passi dal famoso Teatro Romano, le Terme della Rotonda rappresentano una delle più importanti testimonianze archeologiche della città di Catania e, secondo gli esperti, la traccia più evidente della dominazione romana nel nostro territorio.
Il nome del sito, noto come “La Rotonda”, deriva dalla struttura della chiesa e, in particolare, dalla presenza di una grande copertura a forma di cupola sull’edificio principale. A causa di tale struttura, in passato fu chiamato anche “Pantheon” e, a torto, alcuni studiosi settecenteschi locali ritenevano che fosse il modello del più celebre Pantheon di Roma. Fu il Principe Biscari, nel XVIII secolo, ad avanzare l’ipotesi che si trattasse di un’ambiente termale di età romana e, da quel momento in poi, il monumento divenne oggetto di interesse per molti studiosi e artisti.
La struttura termale, rimasta invariata fino al VI secolo, è composta da un grande complesso di aree quadrangolari e circolari interconnessi tra loro. Ad oggi, si conoscono nove ambienti che si dispongono a sud e a est della sala “Rotonda”. Si ipotizza, però, che tale costruzione possa essere stata eretta, a sua volta, su alcuni resti di un edificio termale più antico risalente all’età ellenistica. Un’ipotesi che si fonda sul rinvenimento, in tutta l’area, di testimonianze dell’Eneolitico antico e dell’età greca.
A partire dal VI secolo, il complesso subisce delle importanti modifiche sotto la dominazione bizantina ed è in questo periodo che viene costruita l’ex Basilica di Santa Maria della Rotonda. Dismesso l’impianto termale, la grande sala rotonda venne trasformata in una chiesa. Sebbene le vicissitudini di tale costruzione, ancora oggi, non sono del tutto chiare, nel presbiterio è ancora possibile osservare alcuni affreschi raffiguranti la Madonna e i vescovi Nicola e Leone il Taumaturgo.
Nel IX secolo, infine, l’area fu arricchita da una necropoli che rimarrà in uso fino al tardo Rinascimento. Ancora oggi, proprio all’ingresso del sito, è possibile osservare alcuni resti di scheletri umani. Il terremoto del 1169, però, provocò gravi danni e il complesso subì, nel tempo, profonde modifiche con nuove aggiunte. Al XVII secolo risale un nuovo ciclo di affreschi, raffiguranti la Vergine, gli evangelisti e alcuni santi, alcuni dei quali attualmente visibili.
Alla base della cupola è, inoltre, ancora visibile un’iscrizione in latino che recita: “Ciò che la pietà dei Catanesi aveva eretto all’inutile superstiziosa venerazione di tutti gli dei questo stesso tolto l’errore della falsa religione negli stessi primordi della nascente fede San Pietro Principe degli Apostoli consacrò nell’anno di grazia 44 a Dio Ottimo Massimo e alla sua genitrice ancora vivente nell’anno II di Claudio Imperatore.”
Dal XVI secolo in poi, tuttavia, tutta l’area circostante la Rotonda venne occupata da edifici che ne celarono quasi completamente la struttura. Il terremoto del 1693 risparmiò l’edificio, ma i bombardamenti del 1943 lo danneggiarono gravemente. La chiesa venne chiusa al culto e, solo grazie a successivi scavi archeologici tra gli anni Quaranta e Cinquanta, parte del complesso venne riportata alla luce. Nuove campagne di scavo furono poi condotte dal 2004 al 2008 per permettere la valorizzazione e la fruizione del vasto complesso archeologico.
Dopo una serie di peripezie per mancanza di fondi e di personale, dopo gli ultimi lavori, le Terme della Rotonda sono state aperte e richiuse al pubblico diverse volte, ma nel 2016 hanno definitivamente riaperto i battenti grazie all’Associazione Etna ‘ngeniousa. Per tutti coloro che sono interessati, l’edificio è attualmente visitabile il mercoledì e la domenica dalle ore 9 alle ore 13. L’ingresso è gratuito.
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