È probabilmente il più grosso sciopero nella storia della low-cost Ryanair. Dalla mezzanotte del 25 e il 26 luglio si stima che l’85% dei clienti della compagnia irlandese sarà costretto a restare a terra o trovare un volo alternativo. Saranno infatti circa 600 i voli cancellati nei due giorni.
Le ragioni dello sciopero si possono trovare nella lista di richieste stilata dal personale di terra, piloti ed equipaggio di cabina, nella quale si chiede l’abolizione del lavoro precario e del sistema di obiettivi di vendita durante i voli (come i gratta e vinci e gli altri prodotti che vengono offerti in continuazione dagli assistenti di volo), in più il diritto alla retribuzione per malattia, finora inesistente. Nel caso in cui la compagnia dovesse negare le richieste, i lavoratori minacciano ulteriori scioperi nel corso dell’estate.
Ryanair è corsa ai ripari, richiamando nei paesi interessati dallo sciopero (Belgio, Portogallo e Spagna) i lavoratori di stanza in Polonia e Germania per far fronte all’emergenza. A oggi ci si chiede se sia una mossa lecita da parte della compagnia.
Chi ha acquistato un biglietto per uno dei voli cancellati ha ricevuto una comunicazione via sms e e-mail con una settimana di anticipo (ossia il 18 luglio). È anche possibile controllare sul sito della compagnia lo stato del proprio volo.
Ai viaggiatori è stata data la possibilità di essere riassegnati su un volo alternativo operante entro sette giorni prima o dopo il 25 e il 26 luglio; in alternativa, è possibile richiedere il rimborso completo del biglietto.