Si può provare piacere anche senza un rapporto sessuale? Non solo internet ma anche la scienza prova a dare una risposta alla dilagante tendenza dell'ASMR, più brevemente l'orgasmo cerebrale.
Da qualche tempo, la bizzarra lista dei modi in cui raggiungere un orgasmo sembra essersi arricchita dal curioso caso dell’orgasmo cerebrale, termine che sembra sempre più designare, secondo la ricerca, un insolito modo di provare piacere, in situazioni assai quotidiane, senza passare dal contatto sessuale. Fenomeno mediatico, alimentato da video “didattici” postati da youtuber di tutto il mondo, l’orgasmo cerebrale attira sempre più curiosità, anche quella della ricerca scientifica, che ne ha studiato la fenomenologia, dandogli pure un nome.
La sigla “ASMR” designerebbe, infatti, questo ennesimo fenomeno virale, associando la sensazione di piacere ad una “risposta autonoma del meridiano sensoriale”. Dal linguaggio scientifico, l’acronimo si traduce fisicamente in un brivido, quasi un formicolio, che dall’altezza del cuoio capelluto si irradia lungo tutta la schiena, comportando un mix di piacere e rilassamento mentale al punto da sostituirsi al piacere dato da un amplesso. A produrre tale sensazione sarebbe l’ascolto di suoni “quotidiani”, come il fruscio delle foglie mosse dal vento, quello delle spazzole di un pennello, il crepitio delle dita su una superficie rigida, perfino la masticazione di un cibo.
Sul caso sono, da qualche anno, attive ricerche e sperimentazioni da parte di università internazionali, con autentici esperti Made in USA, gli stessi che hanno dato motivazione al nome del fenomeno. La percezione del piacere, infatti, avrebbe origine da diverse aree del cervello, con relative produzioni di ormoni tradizionalmente associati alla sfera sessuale, come la serotonina o la dopamina.
Ma c’è dell’altro: le sensazioni quotidiane – visive ed uditive in primis – che produrrebbero piacere, sarebbero le stesse percepite in una precedente fase della propria sessualità e sarebbero da stimolo per ulteriori fantasie erotiche. Tra gli esperti c’è chi punta il dito contro fenomeni di questo tipo, troppo legati a mode e tendenze virali sul web e che finirebbero per ridurre la crescita del desiderio sessuale legato all’affettività e alla concreta attrazione verso il proprio partner.
L’eco dell’orgasmo celebrale si diffonde attraverso i social: per molti, si tratta di un piacere individuale (quasi a mo’ di consolazione) e per provarlo è sufficiente cercare sulla rete i video dei cosiddetti “whisperer”, gli “artisti dell’orgasmo cerebrale”, appellativo che deriva dal piacere prodotto nel sentirli sussurrare parole mentre agitano la telecamera, simulando un contatto fisico. Dopo il cyber-sex, si dischiudono dunque nuove frontiere per “l’amore ai tempi del web”.
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