Nel concorso per la scuola primaria del 2016 erano state bandite delle "cattedre fantasma": oggi molti insegnanti, pur avendo vinto, rischiano di non ottenere l'assunzione che gli spetta.
Nonostante siano passati già due anni, in Sicilia, alcuni vincitori del concorso 2016, per la scuola primaria, stanno ancora aspettando il tanto desiderato momento della loro immissione in ruolo. Come mai? I posti messi al bando erano maggiori rispetto a quelli realmente necessari all’interno dell’Isola. Stando ai numeri, nel 2016 sono stati 6.354 coloro che hanno partecipato al concorso per i 1.096 posti a bando: ad oggi, è avvenuta l’immissione in ruolo di 708 insegnanti vincitori, mentre i rimanenti 388 vincitori risultano ancora tagliati fuori.
Eppure, si tratta di assunzioni che spettano di diritto ai vincitori del concorso. Il problema principale però è che questi posti non esistono, almeno non tutti. Si tratta di “cattedre fantasma” che il Miur aveva bandito senza tenere conto della reale disponibilità dei posti, che nell’Isola erano inferiori rispetto a quelli messi a bando. A rendere la situazione più allarmante è il fatto che nel 2019 scadrà il triennio di validità delle graduatorie entro cui può essere completata l’immissione in ruolo.
Sono previste per il 2018 un centinaio di assunzioni, ma certamente queste non saranno in grado di arrivare ad esaurire completamente le graduatorie. Nella risoluzione della situazione, risulterà poco significativo anche l’aumento del numero dei pensionati. A conti fatti, dunque, nell’anno 2018/2019 non sarà possibile assumere tutti i vincitori del concorso 2016, dal momento che non è possibile compiere delle nomine su cattedre che di fatto non esistono. Bisogna aggiungere che non sarà possibile garantire l’assunzione neanche con la proroga di un anno delle graduatorie, prevista ai sensi del comma 603 della legge di Bilancio 2018.
Da questi dati si può facilmente prevedere che molti vincitori, per ottenere ciò che gli spetta, sceglieranno la via giudiziaria. Si prospetta, dunque, una lunga stagione di ricorsi inevitabili, a meno che nella prossima legge finanziaria non venga aggiunta una clausola che proroghi la scadenza delle graduatorie, come è già successo in altre occasioni.
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