Pubblicati i risultati dell'indagine effettuata dal portale nazionale Almalaurea e relativa alle condizioni occupazionali dei neo-laureati: ecco cosa è emerso dai risultati relativi all'anno 2017.
A spuntarla sono ingegneri e medici, ancora una volta, almeno in relazione al tasso di occupazione: è questo il risultato principale che emerge dall’indagine annuale di Almalaurea – il principale portale nazionale di statistiche su atenei e laureati; in questo caso, il periodo analizzato, relativo all’anno 2017, riguarda le possibilità di lavoro e di impiego post-laurea, analisi dedicata principalmente a chi ha terminato la laurea specialistica e si prepara ad immettersi nel mondo del lavoro. Contemplati in questo settore anche i dati relativi alle retribuzioni ed ai contratti di lavoro.
Sul podio, dunque, i laureati provenienti dai vari corsi di ingegneria, dal settore medico e delle professioni sanitarie, insieme a coloro i quali hanno un titolo afferente all’area economico-statistica: in base ai dati raccolti, chi proviene da questi corsi di laurea ha una possibilità di trovare un lavoro superiore al 90%. Il campione preso in esame è costituito da studenti in possesso di una laurea specialistica conseguita nel 2012. Possibilità lavorative nel gradino immediatamente successivo – tra 85 e 90% – per chi ha un conseguito una laurea in architettura, CTF, educazione fisica, agraria e medicina veterinaria; percentuali simili anche per i laureati in altri settori scientifici e quelli di matrice linguistica, che risultano tra i meglio piazzati per gli studenti dell’area umanistica.
Si attestano tra l’83 e l’84% invece le probabilità di impiego per i laureati in Scienze Politiche e Sociali, in psicologia e simili; per l’area umanistica, chi ambisce all’insegnamento ha qualche possibilità in più rispetto a chi aspira ad avere una carriera nel mondo letterario (editoria e scrittura in primis); per quest’ultimo, le possibilità di lavoro rimangono di poco al di sotto dell’80 %, assieme al settore bio-geologico mentre un crollo si riscontra per le possibilità lavorative nel mondo giuridico – forse al netto delle troppe richieste – settore che chiude la classifica con un 76,5 %.
Risultano ancora abbastanza ampie le differenze tra i vari settori disciplinari, con una netta prevalenza di quello medico-ingegneristico. L’indagine tuttavia – come detto prima – fa riferimento a neolaureati che hanno conseguito il titolo nel 2012: è possibile quindi constatare come superi di poco il 6% il tasso dei disoccupati a cinque anni dal conseguimento del titolo. Se si tiene conto delle differenze di impiego tra i settori, emerge ulteriormente come il tasso di disoccupazione è più alto per chi è in possesso di una laurea umanistica o in giurisprudenza (stimato oltre l’11%) e visibilmente contrario quello per ingegneri e medici, che non raggiunge neanche il 3%.
Un altro aspetto tanto delicato quanto di forte interesse per i laureati è quello relativo ai contratti di lavoro. Incarichi a tempo indeterminato per il 75% dei laureati in ingegneria e, per il 71% dei casi, per chi aspira alle professioni sanitarie. Buone possibilità – oltre il 60% – per il settore chimico-farmaceutico e per quello economico mentre hanno chance nettamente inferiore i laureati in Educazione Fisica, architettura, giurisprudenza e psicologia, molti dei quali comunque – ad esclusione dei laureati in Educazione Fisica, vincolati principalmente all’insegnamento – preferiscono intraprendere un percorso autonomo, con possibilità stimate sotto il 50%. Chi si inserisce nel mondo dell’insegnamento, in generale, sembra essere più a rischio di contratti precari o comunque non standard.
Ultimo ma non per questo meno importante capitolo dell’indagine riguarda le retribuzioni nette mensili: un aspirante ingegnere guadagnerebbe fino a 1750 euro, poco più di un neolaureato che trova impiego in un settore scientifico. Sotto i 1500 euro anche i laureati in medicina, sia umana che veterinaria, mentre i laureati in lingue guadagnerebbero poco meno di quelli in scienze politiche (1260 / 1300 euro). Al di sotto dei 1200 euro i guadagni netti di letterati ed insegnanti, fanalino di coda con poco più di 1000 euro al mese i futuri psicologi.
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