WhatsApp, l’applicazione di messaggistica istantanea più utilizzata dagli utenti, si aggiorna ancora. Come era già stato anticipato qualche mese fa, sono state introdotte delle novità riguardanti i gruppi, con l’obiettivo di renderli più sicuri e facili da usare. L’ultimo aggiornamento riguardava le videochiamate di gruppo e gli adesivi, ora un altro cambiamento è alle porte. Ad esempio, si potrà abbandonare definitivamente un gruppo, senza aver paura di essere aggiunto più volte.
Più potere avranno anche gli amministratori del gruppo: non solo possono aggiungere ed eliminare i membri ma, con la nuova versione, potranno anche decidere quali dei partecipanti alla chat potranno modificare il nome del gruppo, l’immagine del profilo e il campo della descrizione. Quest’ultima è una vera e propria new entry: poche righe dove poter specificare che tipo di gruppo è, il perché è stato creato e così via. Il potere assoluto, tuttavia, sarà in mano al creatore del gruppo, nonché primo amministratore, che non potrà essere eliminato dagli altri e potrà decidere di togliere il privilegio di amministratore a chi lo ha.
Delle novità sono destinate anche a chi è un comune membro: attraverso la “@” , posta in basso a destra nella schermata, si potranno visualizzare i messaggi in cui si è stati citati e relative repliche. Questo serve soprattutto quando non si segue tutta la conversazione sul gruppo, almeno non si è costretti a rileggere i messaggi uno per uno. Infine dalla schermata “Info gruppo” sarà possibile trovare facilmente i partecipanti al gruppo, che a volte sono decine di decine.
WhatsApp diventa sempre più utile, come si può leggere sul blog ufficiale: “I gruppi rappresentano una parte importante dell’esperienza WhatsApp, dai gruppi di familiari che comunicano tra loro da una parte all’altra del mondo, agli amici d’infanzia che si tengono in contatto col passare degli anni. Ci sono anche persone che usano i gruppi per aiutarsi, dai neogenitori in cerca di consigli, agli studenti che si organizzano in gruppi di studio, o addirittura alle autorità locali che devono coordinare i soccorsi dopo una catastrofe naturale”.