Ancora oggi l'Aids non è da sottovalutare. In Italia il numero di pazienti è in calo ma Sicilia la situazione è allarmante.
I casi di Aids, una delle malattie flagello degli anni ’80, oggi si sono notevolmente ridotti. Ciò avviene generalmente in Italia, anche se in Sicilia la situazione resta preoccupante. Infatti, dai dati Coa (Centro Operativo Aids) nella regione siciliana sono stati registrati 274 nuovi casi nel 2016, con una percentuale pari al 7.9% su tutta l’Italia, mentre l’anno precedente erano 231.
La provincia in cui si registrano più malati è Palermo con 218 casi, a cui segue Catania (73), Messina (43), Siracusa (36), Trapani (26), Agrigento e Caltanissetta (24), Ragusa (10) ed Enna (7). Questo aumento riguarda solo l’Isola, infatti nel resto del territorio nazionale le infezioni da Hiv sono notevolmente in calo passando da 6,8 nel 2010 a 5,7 nel 2016.
Ma dietro l’angolo c’è un altro dato preoccupante riguardante tutta l’Italia: l’aumento di infezioni tra la popolazione straniera sia maschile (dal 20,6% al 28%) che femminile (dal 51,7% al 62.2%).
Per quanto riguarda la Sicilia gli esperti dicono che il numero di pazienti si aggirerebbe intorno ai 3.500 e questo numero, sfortunatamente, è destinato a crescere nei prossimi anni. In particolare il professore Antonio Cascio, direttore dell’unità operativa di Malattie infettive del Policlinico “Giaccone” di Palermo, ha dichiarato a La Sicilia:
“In Sicilia si stimano circa 3.500 pazienti Hiv positivi distribuiti nelle diverse province, anche se non esiste a livello regionale un registro dei soggetti in trattamento con farmaci antiretrovirali e non è disponibile un network regionale. L’obiettivo è quello di realizzare una rete siciliana dell’Hiv che permetta ai pazienti alla luce anche del Piano Nazionale Aids di essere seguiti meglio e, al contempo, consenta alle istituzioni di programmare opportunamente gli interventi da porre in essere e prevedere le relative risorse.”
Tuttavia, di recente, è stato elaborato un progetto triennale di ”Rete Hiv Sicilia” che avrà un archivio elettronico e servirà per stabilire l’incidenza di Hiv nella popolazione. Questo progetto potrebbe avere riscontri positivi in altri campi, difatti il dottore Giovanni Mazzola ha affermato: “Allo stesso modo progetti analoghi potranno essere attuati nel futuro per eliminare il virus dell’Epatite C anche in altre coorti selezionate di individui come, ad esempio, la popolazione carceraria e quella immigrata”.
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