Allontanata, mentre allattava suo figlio all’università, per non turbare gli studenti. È successo nell’Ateneo di Parma, dove Olia Zdyrko ha dovuto lasciare un luogo pubblico per sfamare il piccolo Adam, di due anni e mezzo.
A raccontare l’episodio con rabbia è Simon Younes, medico libanese di 32 anni e compagno della donna, che ha deciso di raccontare l’accaduto tramite una lettera inviata alla Gazzetta di Parma.
“In quel momento – scrive Simon – la mia compagna si è trovata nelle condizioni di dover allattare il pargolo, per cui si è seduta, si è coperta con la sciarpa e l’ha attaccato al seno per saziarlo. Nulla di strano e nulla di più naturale. Neanche cinque minuti dopo è uscita una guardia giurata dal suo ufficio che, senza nemmeno salutarci, ci ha invitati a spostarci dicendo che non era una zona per l’allattamento dei neonati e che dovevamo considerare la sensibilità degli studenti, precisando che un’area universitaria non era adatta a queste scene”.
“Saranno effettuati i doverosi accertamenti circa il deplorevole episodio – replica l’Università di Parma in una nota – ribadisce e conferma la propria grande attenzione nei confronti dei diritti umani e sociali. Nella fattispecie, si ribadisce il principio secondo il quale l’allattamento al seno è il principale determinante di salute nei primi anni di vita: è doveroso da parte di ognuno, istituzioni in primis, promuoverlo e favorirlo, garantendo il diritto delle mamme di allattare liberamente. Per questo il Comitato Unico di Garanzia (CUG) dell’Ateneo, con il pieno appoggio del Rettore Paolo Andrei, ha strutturato nei mesi scorsi un progetto per la creazione di 3 spazi all’interno dell’Università dove le studentesse, le dipendenti, ma anche le private cittadine che ne abbiano necessità, potranno allattare e accudire i propri bambini. Con l’occasione, porgiamo le nostre scuse al papà e alla mamma che sono rimasti vittime di questo spiacevole episodio”.