La risposta degli studenti allo sciopero dei docenti universitari per la seconda sessione non tarda a venire: gli studenti chiedo di rispettare il diritto allo studio.
Dopo la dichiarazione di legittimità dello sciopero dei docenti universitari, gli studenti hanno voluto rispondere alla conferma della Commissione di Garanzia ritenendo lo sciopero un vero e proprio attacco al diritto allo studio.
Nonostante la commissione abbia imposto ai docenti di garantire almeno 5 appelli l’anno, gli studenti fanno notare che anche così il diritto allo studio viene violato. Gli universitari, con un appello in meno, avranno più difficoltà nel raggiungere i crediti necessari per accedere al bando delle borse di studio. Inoltre, gli studenti potrebbero trovarsi in una situazione ancor più scomoda: il mancato conseguimento di un esame potrebbe far triplicare le tasse universitarie, portando gli studenti a drastiche soluzioni.
Insieme alla raccolta firme – 45.000 in totale – degli studenti italiani contro lo sciopero della sessione estiva, le rappresentanze studentesche chiedono di aprire un tavolo di confronto con il Miur e la Conferenza Stato-Regioni, per ricorrere ai problemi che hanno analizzato. Infatti, gli organi rappresentativi studenteschi vogliono avanzare delle richieste come lo spostamento della data ultima di presentazione per la domanda di borsa di studio (prevista regolarmente per il 10 agosto) ed un appello in più nella sessione autunnale. Analoga soluzione viene proposta per il poter rientrare nella “no-tax area”: ovvero spostare la data-soglia entro cui conseguire un certo numero di crediti (anch’essa prevista per il mese di agosto).
Alle soluzioni proposte dagli studenti ilil portavoce del Movimento dei docenti all’interno de “La Sapienza”, Antonio Mussino, risponde che un sistema pro-studenti esiste già: ovvero la garanzia di 5 appelli all’anno, più l’apertura di un appello straordinario.
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